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Ministro Piantedosi nei guai: “Ha mentito, Mediterranea vittima della motovedetta libica”

Pubblicato: 12/04/2024 14:54

Un recente episodio nel Mediterraneo ha sollevato serie preoccupazioni riguardo il trattamento dei migranti e l’interazione tra navi umanitarie e forze di guardia costiera. Il 4 aprile, la nave Mare Jonio, operata dall’organizzazione umanitaria Mediterranea Saving Humans, è stata al centro di un grave incidente con una motovedetta libica, che ha visto addirittura lo sparo di colpi d’arma da fuoco.

Piantedosi, la sua versione smentita dal video

Secondo il ministro dell’Interno italiano, Matteo Piantedosi, durante un question time in Senato, la Mare Jonio avrebbe interferito con una operazione di salvataggio già in atto da parte della guardia costiera libica. Tuttavia, un video diffuso dall’organizzazione Mediterranea Saving Humans contesta questa versione dei fatti, mostrando la Mare Jonio già impegnata nel soccorso ai migranti quando la motovedetta libica Fezzan è arrivata sulla scena, iniziando a sparare non solo in aria ma anche contro l’equipaggio e i migranti.

Queste immagini hanno alimentato ulteriori dubbi e critiche sulla gestione degli eventi e sulle dichiarazioni ufficiali fornite dal ministro Piantedosi. Il senatore Antonio Nicita, vicepresidente del gruppo del PD, ha espresso forte disappunto per la discrepanza tra le dichiarazioni ufficiali e quanto effettivamente accaduto, sottolineando la gravità dell’azione libica contro una nave italiana in acque internazionali.

Ricorso di Mediterranea al tribunale di Ragusa

La situazione si è ulteriormente complicata con il sequestro della Mare Jonio e l’applicazione di una multa al suo arrivo a Pozzallo, una misura che ha colpito quasi tutte le navi umanitarie impegnate nel soccorso di migranti in quelle stesse settimane. Mediterranea Saving Humans ha prontamente reagito presentando un ricorso urgente al tribunale di Ragusa per contestare la sanzione pecuniaria e il fermo amministrativo, denunciando quello che definiscono un “atto illegittimo” basato su una “falsa ricostruzione dei fatti” proposta dalle autorità libiche.

Oltre al ricorso amministrativo, Mediterranea sta preparando un esposto penale contro il governo libico e la guardia costiera libica, accusandoli di aver aperto il fuoco contro soccorritori e naufraghi in un chiaro tentativo di impedire le operazioni di soccorso.