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“Non vogliamo figli”. Catastrofe demografica, le nuove generazioni scelgono di non procreare. “Amiamo la vita libera”

Pubblicato: 15/04/2024 11:44

E’ un fenomeno in costante aumento, quello delle cosiddette “coppie no kids“. Dietro l’inglesismo, si nasconde una tendenza sociale preoccupante da molti punti di vista. Quella delle coppie che scelgono volontariamente di non avere figli. La procreazione non sembra, per loro, un obiettivo biologico e sociale. Preferiscono avere controllo sulle proprie vite ed essere liberi. L’altra metà delle coppie senza prole, invece, è frenata da motivi economici. In un Paese in cui il valore del denaro che abbiamo in tasca si riduce drasticamente giorno dopo giorno, e in cui i salari sono fermi al palo da più di 20 anni, per molti è impossibile pensare di mettere su famiglia. Sommando le due problematiche, il risultato è uno solo: l’Italia corre verso un “disastro demografico” che avrà pesanti conseguenze sociali ed economiche. (continua dopo la foto)

I numeri sono impietosi. Nel 2023 nel nostro Paese sono nati solamente 379mila bambini. Sappiamo che mancano risorse economiche e che il Welfare cade a pezzi. Mancano asili nido, lavori sicuri, tutele sociali. Ma oggi non sono più solo queste difficoltà a pesare sulle scelte di chi decide di non procreare. Soprattutto fra le nuove generazioni, età media fra i 30 e i 45 anni, sono molti a sposare lo stile di vita “child Free”. E lo dichiarano con una punta di orgoglio, come riporta Repubblica. “Bambini no grazie: non vogliamo riprodurci, non vogliamo essere padri o madri, non fa parte del nostro progetto di vita”. Come dice Mario a Repubblica parlando del suo caso, “con Samanta abbiamo una buona vita, i nostri ritmi, i nostri lavori, i nostri viaggi. Per un bambino il posto non c’è“. Su 7.000 donne fra i 18 e i 34 anni senza figli, secondo una ricerca dell’Istituto Toniolo, il 21% dice chiaramente di non volerli, e un ulteriore 29% dice di essere poco interessato alla maternità. (continua dopo la foto)

Qualcuno lo vede come un atto di egoismo, qualcun altro come una conquista delle donne non più relegate al ruolo di madri. Intanto la popolazione invecchia e, senza un ricambio generazionale, crescono gli allarmi per la tenuta del sistema economico. Si è passati da una società che “colpevolizzava” le donne senza figli a una che, paradossalmente, vede chi decide di privilegiare il lato familiare e la maternità alla carriera come una “donna debole”, perdente. Senza vie di mezzo. Anche non volendo entrare nel merito, questa tendenza porterà a una società di anziani senza assistenza. Il tessuto sociale garantito dalle famiglie, con i genitori che si prendono cura dei figli e poi, una volta diventati anziani, vengono da loro assistiti, sta diventando un ricordo. E la sensazione di fondo è quella di un mondo che si riempie di solitudine, in cui le relazioni umane si diradano. E in cui il progetto di vita di uomini e donne si fa sempre più fragile e autoreferenziale.