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“Chi è davvero Putin”. Parla la moglie di Navalny. E una ricerca russa rivela il numero dei morti: “Un tritacarne”

Pubblicato: 18/04/2024 11:53

Yulia Navalnaya, moglie del dissidente Aleksej Navalny – l’oppositore di Vladimir Putin deceduto in circostanze misteriose durante la sua prigionia in un carcere siberiano – per la prima volta dichiara di voler prendere il posto del marito nella lotta contro il Presidente Russo. In un’intervista con Simon Schuster, giornalista del Time, la vedova del dissidente non usa mezze misure. “Mi sono fatta avanti”, ha dichiarato, “per dare speranza ai Russi e per mostrare che la resistenza a Putin non è morta con mio marito”. Navalnya spiega poi che con il marito non aveva mai parlato di questa possibilità. Ma ora si è decisa perché “se pensavano che uccidere Navalny fosse la fine di tutto, si sbagliavano”. Poi la vedova di Navalny si dilunga in una accorata denuncia sul sistema e sulla persona di Putin, definito come “un gangster“. (continua dopo la foto)

“Il problema”, spiega, “è che l’Occidente pensa a Putin come a un politico. Ma Putin ha da tempo smesso di essere un politico. E’ il capo di un gruppo criminale organizzato“. Dichiarazioni molto forti, che non si fermano qui. “Tutto il suo cerchio magico”, continua Yulia, “è composto da criminali che hanno commesso crimini di guerra, hanno violato leggi, hanno rubato un sacco di soldi al popolo Russo mentre lo tengono in povertà”. E le sanzioni messe in atto dall’Occidente “non funzionano. Aiutano solo la propaganda del Cremlino. Le sanzioni che colpiscono le persone a caso, come quelle imposte da Ue e Regno Unito dopo l’uccisione di Aleksej, sono ridicole. Sono un insulto alla dignità di chi le impone, perché dovrebbero comprendere che nessuno di questi funzionari va all’estero o andrà mai all’estero. Le sanzioni devono essere imposte non contro la Russia, ma contro le autorità Russe. Contro Putin personalmente“.

E mentre le parole di Yulia Navalnya fanno discutere, a destare scalpore è un’inchiesta realizzata da Bbc Russian e dal gruppo editoriale indipendente Mediazona. Dopo mesi di lavoro e di raccolta di dati, i due media sostengono che sarebbero almeno 50.000 i soldati Russi che hanno perso la vita durante la guerra con l’Ucraina. Cioè otto volte più di quanto dichiarato da Mosca. Ma i numeri di questa carneficina potrebbero essere anche più alti, se si aggiungessero i militari deceduti nell’Est dell’Ucraina. La Bbc Russa lo definisce “un tritacarne“. Si riferisce alla decisione di inviare più truppe possibili al fronte, per farle avanzare senza copertura correndo rischi enormi. E se inizialmente a cadere sotto i colpi degli ucraini erano soprattutto militari in carriera, dal febbraio 2022 in poi la maggior parte dei caduti si annovera fra le nuove reclute civili. O fra i volontari, reclutati in parte fra gli ex galeotti. Sarebbero soprattutto questi ultimi a essere mandati al fronte in condizioni terribili e usati come carne da macello.

Ultimo Aggiornamento: 18/04/2024 11:54