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Il Draghi “europeo” divide il centrodestra. I rischi per Giorgia Meloni

Pubblicato: 18/04/2024 17:05

La “bomba” Draghi ormai è esplosa mediaticamente. Il suo intervento sulla necessità di rifondare l’Unione Europea è risuonato in tutta Europa, e molti lo hanno apprezzato. Ma è sembrato anche un modo di porre la propria candidatura per la guida della Commissione Europea, che dovrà scegliere un Presidente dopo il mandato della Von der Leyen, le cui possibilità per un bis sono in netto calo. Draghi è visto come uomo influente e preparato, e sono in molti a vedere di buon grado una sua discesa in campo europea. Ma l’ipotesi, che per ora non è ancora ufficiale, ha portato scompiglio nel centrodestra italiano. Che si è diviso in due fazioni: una istituzionale, che con Draghi è in ottimi rapporti e vedrebbe una sua nomina a Bruxelles come un successo e come un modo per legittimarsi nel Parlamento Europeo. L’altra “ribelle“, in contrasto con Bruxelles e in opposizione alla figura dell’ex Premier, visto come un soggetto da sempre legato a poteri finanziari egemoni – non solo in Europa – e come alfiere del neoliberismo. (continua dopo la foto)

Draghi a Washington per il vertice con Biden, tra i temi: guerra in Ucraina, rinnovabili e crisi alimentare

C’è quindi un centrodestra il cui primo obiettivo sembra essere quello di legittimarsi in Europa. E quale scorciatoia migliore dell’elezione di Draghi? Non a caso da Ignazio La Russa sono arrivate parole di apprezzamento per l’ex Presidente del Consiglio italiano. Una posizione che quasi certamente è stata concordata con la Meloni. Detto che Forza Italia si caratterizza per essere un movimento fortemente europeista, e quindi presumibilmente favorevole all’ascesa di Draghi, chi invece vede l’ipotesi come fumo negli occhi è Salvini. Che, peraltro, ha un “nemico” in casa: Giorgetti, che invece all’avvento di Draghi sullo scranno di Bruxelles è favorevole. Inoltre, c’è un altro problema per Salvini: infatti il Premier ungherese Orban, suo alleato, sull’ex Ad di Goldman Sachs ha dato un giudizio positivo. (continua dopo la foto)

Ma l’analisi sulla possibilità che Draghi diventi realmente capo della Commissione Europea non dovrebbe fermarsi qui. Anche se la cosiddetta destra istituzionale spera di trarre vantaggio dall’ipotetica elezione dell’ex Premier a Bruxelles, esiste anche un rovescio della medaglia. Perché un Draghi così centrale nello scacchiere politico europeo, inevitabilmente finirebbe per incidere anche sulle decisioni del Governo italiano e sulle sue dinamiche. Sia sul piano dell’autorevolezza, sia su quello legato alle future nomine istituzionali. E questo aspetto a Palazzo Chigi non può essere sfuggito. Perché un Draghi che detta legge in Europa, finirebbe inevitabimente per fare ombra anche a Giorgia Meloni e potrebbe sottrarle, se non consensi, perlomeno una parte dell’autorevolezza che Giorgia si è costruita con fatica in questi anni