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Giulia Cecchettin, il processo a Turetta in autunno. I giudici: “Ci fu premeditazone”

Pubblicato: 01/05/2024 10:22

La Procura di Venezia si appresta a chiudere le indagini a carico di Filippo Turetta, lo studente ventiduenne di Torreglia, in provincia di Padova, accusato di aver ucciso l’ex fidanzata, Giulia Cecchettin, nel novembre dello scorso anno. Turetta, ancora in regime di custodia cautelare, potrebbe essere processato di fronte alla Corte d’assise a settembre o, al più tardi, all’inizio di ottobre. L’udienza preliminare e il rinvio a giudizio dovrebbero arrivare prima della sospensione estiva, così da non rischiare che l’imputato possa uscire di carcere per la decorrenza dei termini di custodia.
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La Procura, quasi certamente, contesta al giovane l’aggravante della premeditazione. Questa aggravante impedirà alla difesa del giovane di accedere al rito abbreviato, con il rischio di una condanna al massimo della pena: l’ergastolo. Per quale motivo, ad esempio, Filippo aveva portato con sé un coltello? E perché aveva del nastro adesivo, poi utilizzato per immobilizzare la ragazza? Questi sono alcuni degli interrogativi che gli inquirenti stanno cercando di risolvere. Gli accertamenti tecnici eseguiti sul contenuto dello smartphone e del pc di Filippo potrebbero risultare determinanti per dimostrare la premeditazione.

A coordinare le indagini c’è Andrea Petroni, che però non ha mai voluto parlare dell’inchiesta dopo la convalida dell’arresto di Turetta e l’interrogatorio. Il magistrato ha affidato agli esperti del Ris di Parma l’analisi delle tracce di sangue e dei numerosi oggetti sequestrati, tra cui l’automobile con cui il 22ene ha trasportato prima Giulia e poi ha suoerati i confini fino in Germania. Prima di partire si era liberato del corpo della povera ragazza di Vigonovo, gettato in fondo a un dirupo, nelle montagne tra Barcis e Piancavallo, in provincia di Pordenone.

Spetterà al dibattimento, celebrato di fronte a due giudici togati e alla giuria popolare, stabilire se effettivamente Filippo avesse pianificato l’uccisione di Giulia, oppure se la situazione gli sia sfuggita di mano nel momento in cui ha deciso di dare attuazione al piano che aveva in mente. La difesa dell’imputato, rappresentata dal professor Giovanni Caruso, potrebbe chiedere la perizia psichiatrica.
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Ultimo Aggiornamento: 15/05/2024 12:38