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“Ho perso tutti i capelli in una notte”: la battaglia della giornalista Rai Laura Aprati

Pubblicato: 02/05/2024 12:22

“Mi sono alzata una mattina e non avevo più un capello in testa. Mi sono guardata alla specchio e non mi sono riconosciuta: ‘Chi è questa persona?’, ‘Cosa mi è successo?’. Nell’arco di tre giorni non avevo più un pelo su tutto il corpo: né ciglia e sopracciglia. Uno shock. Da quel momento nulla è stato più come prima”. Laura Aprati, giornalista Rai, racconta la terribile esperienza che le ha cambiato la vita e la percezione di se stessa.

La malattia che ha colpito Laura Aprati

Una mattina, la giornalista si è svegliata e ha notato qualcosa di strano; poi, nel giro di pochi giorni, ha perso tutti i capelli, a causa dell’alopecia aerata totale, una malattia autoimmune che colpisce lo 0,2% della popolazione mondiale.

“Sono andata dai medici, ma anche loro erano perplessi. Non capivo cosa stava succedendo e loro non avevano risposte“, spiega a Repubblica in un lungo articolo in cui con coraggio ripercorre quanto le è accaduto. La situazione era in netto contrasto con l’esperienza di chi affronta la chemioterapia e la caduta dei capelli come effetto collaterale previsto: “Per quanto drammatico e doloroso, quando ti diagnosticano il cancro sai già quali potranno essere gli effetti collaterali e hai il tempo per prepararti psicologicamente. Ma io non sapevo niente, ero spaesata“.

La caduta improvvisa dei capelli e l’assenza di risposte certe hanno influito profondamente sulla psiche di Laura, soprattutto nel suo ambiente di lavoro: “La mia alopecia è stata la conseguenza di una fibromialgia, ma è stata la calvizie a pesarmi di più dal punto di vista psicologico: devi andare a lavorare, partecipare alle riunioni, ma non sei più tu. L’aspetto esteriore è determinante nella relazione con gli altri, ancora di più se sei precaria: la malattia ti mette in un angolo”.

“Mi batto perché questa malattia venga riconosciuta dal Servizio sanitario”

Per affrontare la quotidianità, Laura ha deciso di affidarsi a una parrucca: “Mi sono comprata una parrucca e ho scoperto un mondo sconosciuto: il mercato dei capelli, dove si lucra su debolezza e fragilità. Una parrucca adesiva poteva costare anche più di 2000 euro e ce ne volevano due per la manutenzione”. Le sfide economiche e la mancanza di supporto adeguato da parte del Servizio sanitario Nazionale hanno spinto Laura a chiedere una maggiore sensibilità nei confronti dell’alopecia: “C’è una grande speculazione intorno alle parrucche. I capelli umani vengono acquistati a cifre irrisorie, ma in negozio costano una fortuna. Le parrucche sintetiche costano meno, ma se le metti e fa caldo è come avere un cappello di plastica in testa”.

Nonostante le difficoltà, Laura ha trovato sostegno in amici medici e ha intrapreso un percorso terapeutico con il professor Alfredo Rossi e il suo staff: “Sono stata fortunata ad avere amici medici che mi hanno aiutato. Grazie a loro, ho potuto accedere a un nuovo farmaco dagli Stati Uniti. Ho iniziato la cura lo scorso anno e ho visto un grande miglioramento. Tra un paio di mesi potrò togliermi la parrucca e mi sono già ricresciute le ciglia“. La guarigione fisica e il progresso terapeutico hanno anche aiutato Laura a trovare un nuovo equilibrio interiore: “L’alopecia è invasiva soprattutto nella mente, se non sei abbastanza forte ti travolge. La malattia ti definisce, ma se ridi, forse non è ancora passata, ma ci sei decisamente vicino”.

Ora, Laura sta affrontando la sfida di riprendersi la sua vita, smettendo gradualmente di nascondersi dietro la parrucca e continuando a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’alopecia: “Ora mi batto perché questa malattia venga riconosciuta dal Servizio sanitario e per dire a tutti che una cura esiste. Manca ancora qualcosa e bisogna battersi per questo”.