Stavolta Vladimir Putin ha abbandonato qualsiasi tentativo di usare il linguaggio della diplomazia. La decisione dei Paesi Occidentali di usare i beni Russi congelati per fornire nuovi aiuti all’Ucraina ha fatto imbestialire lo Zar. La guerra economica, forse, ci sta portando verso il conflitto globale più velocemente dell’escalation delle armi. “Il furto dei beni russi in Europa non resterà impunito“, ha tuonato il Presidente sovietico. “Il mondo”, ha aggiunto con toni drammatici, “è inammissibilmente vicino al punto di non ritorno, e rischia una tragedia a causa dell’egoismo e dell’arroganza dei Paesi occidentali“. Il finale è, se possibile, ancora più raggelante. “Vogliono infliggere una sconfitta strategica alla Russia“, ha detto lo Zar, “senza considerare che essa è in possesso di uno dei più grandi arsenali nucleari del mondo“. (continua dopo la foto)
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Il leader del Cremlino ha anche sottolineato come a suo parere “il pericolo per l’Europa viene dagli Stati Uniti. L’Europa si potrà salvare solo se avrà buoni rapporti con la Russia. I politici europei hanno più paura di avere cattivi rapporti con Washington piuttosto che scontentare i propri cittadini“. Era prevedibile che una decisione così estrema come quella di congelare ricchezze russe per poi usarle contro la Russia stessa, continuando a fornire appoggio a Kiev, avrebbe causato una reazione forte da parte di Mosca. Più delle minacce militari, che possono essere viste almeno per ora come “esibizioni muscolari”, la confisca di beni russi apre un fronte se possibile ancora più delicato. Sinora Putin non aveva preso in considerazione l’utilizzo del nucleare tattico nel conflitto con Kiev, ma se Putin verrà messo alle strette non possiamo essere certi di quello che succederà. Anche perché alle sue spalle i “falchi” del Cremlino sembrano spingere in quella direzione.