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“Con Liliana Segre contro il premierato. Non possiamo tacere”: l’appello dei costituzionalisti

Pubblicato: 18/06/2024 20:55

Oltre 180 costituzionalisti si sono schierati a favore di Liliana Segre e contro la proposta di riforma del premierato, esprimendo la loro preoccupazione per le possibili implicazioni per la Costituzione italiana. L’appello è stato lanciato nel giorno in cui il Senato ha approvato la riforma proposta dalla premier Giorgia Meloni, con le opposizioni che sono scese in piazza per manifestare la loro contrarietà.

Facciamo appello a tutte le forze politiche affinché prevalga l’interesse generale, si ascoltino gli allarmi che autorevolmente sono stati lanciati e si prevengano i pericoli. Finché siamo in tempo,” hanno dichiarato i firmatari dell’appello, evidenziando l’urgenza di un dibattito più ampio e inclusivo sul futuro del sistema politico italiano.

L’appello sottolinea come la Costituzione italiana sia un testo che richiede una gestione particolarmente attenta, soprattutto quando si tratta di modificare i suoi punti chiave. “La nostra Costituzione è un testo che va maneggiato con cura ed è naturale che quest’attenzione debba essere massima da parte di tutti i cittadini nel momento in cui il disegno di cambiamento investa i suoi punti chiave,” si legge nel documento. La preoccupazione principale riguarda il fatto che alcune modifiche proposte potrebbero compromettere l’equilibrio tra i poteri e la rappresentanza democratica.

Liliana Segre, senatrice a vita, aveva già espresso il suo disappunto durante un dibattito sul tema al Senato, il 14 maggio. Segre aveva avvertito dei rischi legati all’introduzione di un sistema ibrido, che potrebbe creare contraddizioni insanabili e ridurre l’importanza del Parlamento e del Presidente della Repubblica. “Ascoltando quelle parole pronunciate con tanta autorevolezza, molti costituzionalisti e studiosi di diritto pubblico, anche i meno avvezzi a sottoscrivere appelli, hanno deciso non di prendere una posizione autonoma ma di mettersi al fianco di Liliana Segre,” si legge ancora.

I costituzionalisti temono che una minoranza, seppur limitata, possa assumere il controllo delle istituzioni senza adeguati contrappesi e controlli, trasformando il Parlamento in una semplice struttura di supporto per il Governo e riducendo il ruolo del Presidente della Repubblica a un mero compito notarile. “Tutti i timori esposti nell’accorato intervento della senatrice Segre sono fondati. La creazione di un sistema ibrido, né parlamentare né presidenziale, mai sperimentato nelle altre democrazie, introdurrebbe contraddizioni insanabili nella nostra Costituzione. Una minoranza anche limitata, attraverso un premio, potrebbe assumere il controllo di tutte le nostre istituzioni, senza più contrappesi e controlli. Il Parlamento correrebbe il pericolo di non rappresentare più il Paese e di diventare una mera struttura di servizio del Governo, distruggendo così la separazione dei poteri. Il Presidente della Repubblica sarebbe ridotto ad un ruolo notarile e rischierebbe di perdere la funzione di arbitro e garante,” concludono i firmatari.

Tra i sottoscrittori dell’appello vi sono figure di spicco come ex presidenti e vicepresidenti della Corte costituzionale quali Enzo Cheli, Ugo de Siervo, Gaetano Silvestri e Gustavo Zagrebelsky, oltre a numerosi altri costituzionalisti di rilievo.

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