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Perde un braccio in un macchinario, il racconto agghiacciante: “Lo hanno lasciato in strada in una cassetta della frutta”

Pubblicato: 18/06/2024 18:13

Con un arto staccato è stato lasciato in strada invece di essere soccorso. Un dramma del lavoro e dello sfruttamento che si è consumato in provincia, nelle campagne di Borgo Santa Maria, a Latina. La vittima è un lavoratore agricolo di nazionalità indiana addetto al taglio del fieno in un’azienda della zona. Un macchinario al quale stava lavorando gli ha staccato un braccio provocandogli altre gravi fratture. Ma all’orrore dell’incidente si aggiunge il fatto che anziché essere soccorso dai datori di lavoro è stato abbandonato sulla strada a poca distanza dalla sua abitazione. Soltanto dopo il ritrovamento da parte di un collega sono stati allertati il sindacato e i soccorsi, arrivati sul posto. Una volta stabilizzato l’operaio, è stato trasportato in elisoccorso a Roma, dove è stato sottoposto ad un’operazione d’urgenza stanotte.

“La prima cosa che ho visto è stato la cassa di plastica nera, come quelle del mercato per la frutta e dentro un braccio – ha spiegato la Segretaria generale Federazione Lavoratori AgroIndustria (Flai Cgil) di Latina, Hardeep Kaur – Ci ho messo un paio di minuti a capire cosa fosse, all’inizio non pensavo fosse un’immagine reale. Era troppo macabra“.
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Il racconto agghiacciante

“Era una scena surreale – racconta Hardeep Kaur – C’era ancora la cassetta. C’era un’ambulanza e un’eliambulanza. La moglie era devastata, continuava a chiedere di portare il marito in ospedale, non capiva perché si trovassero ancora lì, ma andava stabilizzato. Si buttava ai piedi dei soccorritori. Non conosce una parola di italiano, eppure abbiamo capito tutti quello che provava”.

“Probabilmente si è incastrata una manica della camicia ed il braccio è stato tranciato di netto. Nel frattempo ha subito molte altre fratture. Non riesco ad immaginare cosa possa aver provato lui o la moglie che ha visto la scena – continua Hardeep Kaur – Mi ha colpito molto il loro legame: è una coppia molto unita. Lavorano insieme. Ieri lui l’aveva vista molto stanca, le aveva detto di farsi accompagnare da un collega con il motorino, per evitare di tornare con lui in bici, ma lei ha preferito aspettarlo”.

“L’hanno caricato, con il braccio nella cassetta, subito dopo l’incidente. Hanno percorso due o tre chilometri di campo, poi altri sette o otto di tragitto con il furgone. Avranno impiegato almeno mezz’ora. E lo hanno abbandonato per strada. Neanche davanti ad un ospedale o ad un pronto soccorso – tuona la sindacalista – Io non credo nel panico. Non credo che ci sia un momento in cui ti si annebbia il cervello e fai un a cosa del genere. Hai avuto la lucidità di fare tutto questo e di nascondere la prove. Significa che non hai proprio una coscienza“.

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