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Più crudele dei Lannister: la brutale realtà della morte di Satnam Singh

Pubblicato: 20/06/2024 14:53

Il sangue, il dolore e la morte che scorrono nelle vene del mondo reale sembrano superare di gran lunga la brutalità orchestrata dai re e dai regnanti immaginari del “Trono di Spade”. Nella serie televisiva, la crudeltà e la violenza, per quanto eccessive e sanguinarie, si mostrano sempre per quello che sono: un gioco di potere e sopravvivenza, in cui anche le peggiori atrocità si trovano spesso inquadrate in un contesto di fantasia e, seppur discutibile, di motivazione narrativa. Qui, nella nostra cruda realtà, la violenza è inflitta senza alcuna attenuante, con una freddezza che rende persino i Lannister figure di umanità.

Satnam, morto “per una leggerezza”

Prendiamo il caso recente del bracciante Satnam Singh, che ha perso un braccio in un incidente sul lavoro in un’azienda agricola di Latina. La sua storia non è un episodio di fiction ma un crudele squarcio di realtà che ci mostra il volto impassibile di una società che ha perduto ogni traccia di umanità. Renzo Lovato, titolare dell’azienda, non solo fa lavorare in nero un immigrato irregolare, ma, nel commentare la tragedia, ha la faccia tosta di addossare la colpa della morte allo stesso lavoratore. “Una leggerezza che è costata cara a tutti”, dice Lovato al Tg1, come se la vittima avesse compiuto un banale errore da cui tutti, eccetto lui, hanno sofferto. Nessuna parola sul mancato soccorso, sul braccio mozzato abbandonato in una cassetta. Nessun accenno alle sue responsabilità di datore di lavoro che, come uno spietato signore della guerra, sfrutta e getta via la vita umana come un fazzoletto usato.

E sui social, esplode giustamente l’indignazione. Ma siamo davvero così sorpresi? Forse dovremmo chiederci come sia possibile che, in un paese che ama definirsi civile, il nostro stesso servizio pubblico dia spazio a chi, con la tranquillità di chi racconta l’ultimo gossip, riesce a minimizzare una tragedia umana di tale portata. Il Tg1 ha infatti offerto un pulpito a Lovato, senza sfidarlo a rispondere delle sue colpe, senza approfondire le circostanze disumane del trattamento riservato a Singh.

Questo non è solo un caso isolato di negligenza o un triste episodio di cronaca nera. È un riflesso agghiacciante di un sistema che considera la vita dei lavoratori, specialmente se immigrati e irregolari, come sacrificabile. Un sistema che, pur non portando una corona, è ben più spietato di qualsiasi sovrano del Trono di Spade. Perché la crudeltà della realtà non ha bisogno di draghi o intrighi di corte per manifestarsi; basta un campo di lavoro, un datore senza scrupoli e una società troppo spesso complice nel suo silenzio.

In conclusione, la vera tragedia non è solo la morte di Satnam Singh, ma l’indifferenza e la mancanza di responsabilità di chi ha il potere di cambiare le cose. In un mondo che si scandalizza per le finzioni del piccolo schermo, forse dovremmo iniziare a guardare con occhi più critici la brutalità quotidiana che ci circonda e chiedere conto a chi, senza nemmeno il carisma di un re immaginario, perpetua le vere atrocità.

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Ultimo Aggiornamento: 20/06/2024 18:14