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Il cinema d’estate, i blockbuster al caldo nascono 49 anni fa con Lo Squalo

Pubblicato: 20/06/2024 00:03

La programmazione dei film estiva è sempre stata un po’ smorta ma se negli ultimi anni abbiamo assistito a proposte più interessanti, lo dobbiamo ad un mostruoso squalo e ad un regista ambizioso. 

Infatti, il 20 giugno del 1975 usciva nelle sale Jaws, tradotto in italiano con Lo Squalo, film record di incassi del cineasta ebreo-americano Steven Spielberg. Basato sul libro di Peter Benchley, la pellicola racconta le vicende di un enorme squalo bianco che terrorizza e uccide gli abitanti della tranquilla località balneare di Amity Island. Bene contro male, uomo contro natura, ingegno contro brutalità, sono questi i temi principali all’interno del cult, portati sullo schermo da Quint (Robert Shaw), l’uomo d’azione, Matt (Richard Dreyfuss) l’uomo di scienza ed infine Brody (Roy Scheider) l’uomo giusto ma semplice.

A far volare fino alle vette più alte una trama tutto sommato banale saranno la regia, il montaggio e la colonna sonora, un connubio che se ben azzeccato porta un qualsiasi filmetto al livello di capolavoro. Spielberg si ispira al più grande maestro del brivido, Alfred Hitchcock, e questo si intuisce già nella prima sequenza dell’horror. Se in Psycho l’attesa terrorizzante culmina con la famosa scena della doccia, in Lo Squalo la suspense comincia sin da subito, con la ripresa di una giovane donna che nuota suadente nel mare per poi venire misteriosamente sbranata.

Da allora seguiranno lunghi momenti di paura in cui il timore sarà scandito da una pinna che affiora in superficie e due note che si susseguono senza pace, fino al morso. Non a caso, la colonna sonora creata da John Williams verrà premiata agli oscar e passerà alla storia del cinema mondiale. Oltre alla musica però, il successo delle sequenze ansiogene deriva da un disastro: Bruce, l’animatronic voluto dal giovane Spielberg, non funzionava e non convinceva, era stato infatti concepito per muoversi in acqua dolce. Nonostante ciò, il regista si rifiutò di girare il film in un set controllato come quello del lago e pretese un’ambientazione reale, il mare aperto e selvaggio.

E fu così che Bruce divenne una disgrazia e una potenziale rovina: giornate intere perse solo nella sistemazione del set, metri di pellicola buttati perché una barca passa sullo sfondo, la nave del film che imbarca acqua ed inizia ad affondare con gli attori dentro che si azzuffano. Le cose si mettono così male che nell’ultimo giorno di riprese Spielberg sarà assente per paura di venire buttato in acqua dalla troupe. Insomma, è un miracolo che Lo Squalo, le cui riprese sono iniziate senza una sceneggiatura finita, senza un cast completo e senza uno squalo funzionante, sia anche solo arrivato nei cinema. E mentre produzione, regista e attori si preparano al peggio, 49 anni fa usciva nelle sale la pellicola che sarà destinata a diventare un successo senza precedenti, un caso mediatico. Un evento talmente singolare che all’epoca non aveva nemmeno un nome, tanto che Variety ne conierà uno nuovo: “Super blockbuster”.

Se all’epoca il termine indicava un qualsiasi film con un grande successo di pubblico ed un investimento di denaro variabile, ad oggi invece la parola descrive un film caratterizzato da un budget altissimo e una trama semplice ma spettacolare, tale da attirare il maggior numero possibile di spettatori. Certo, Lo Squalo non era stato pensato in questo senso ma il suo impatto fu tale da dare vita alla nuova categoria blockbuster estivi e se l’anno scorso abbiamo potuto guardare Barbie al cinema, in pieno agosto, probabilmente dobbiamo dire grazie a Bruce e ad un cocciutissimo Steven Spielberg. 

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Ultimo Aggiornamento: 20/06/2024 09:52