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L’Europa boccia l’Autonomia di Giorgia e Matteo: “Rischi per la coesione e le finanze”

Pubblicato: 20/06/2024 07:15

La Commissione europea ha lanciato un vero e proprio monito riguardo alla devoluzione di ulteriori competenze alle regioni italiane, evidenziando i potenziali rischi per la coesione e le finanze pubbliche del Paese. Il giudizio severo arriva in concomitanza con il voto finale alla Camera sul tanto discusso disegno di legge sull’autonomia differenziata. In un momento cruciale per l’approvazione definitiva del testo, l’Europa boccia senza mezzi termini la riforma.

Nel “Country report 2024”, la Commissione non risparmia critiche al disegno di legge ideato dal ministro Calderoli e recentemente confermato alla Camera. La legge, in attesa della firma del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, prevede che le regioni a statuto ordinario possano richiedere fino a 23 competenze aggiuntive, trattenendo le risorse corrispondenti. Tuttavia, secondo la Commissione, il disegno di legge non stabilisce un quadro comune per valutare le richieste di queste competenze, creando potenziali squilibri.

La preoccupazione principale della Commissione riguarda l’aumento delle disuguaglianze che questa riforma potrebbe innescare. Infatti, sebbene le regioni possano richiedere competenze aggiuntive solo dopo la definizione dei “livelli essenziali di servizi” (Lep), questi garantiscono solo il minimo indispensabile e non coprono tutti i settori, lasciando ampi margini per disparità regionali.

Inoltre, la devoluzione dei poteri su base differenziata rischia di aumentare la complessità istituzionale, comportando costi più elevati sia per il settore pubblico che per quello privato. Questo, secondo la Commissione, minaccia la stabilità dei saldi contabili e l’efficienza dell’apparato amministrativo italiano.

Gli enti di ricerca italiani, come Svimez, hanno da tempo sollevato preoccupazioni simili. In particolare, hanno sottolineato la necessità di maggiori investimenti per il Mezzogiorno, una regione che soffre ancora di gravi carenze infrastrutturali e amministrative. La Svimez ha criticato il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) per non aver affrontato adeguatamente questi problemi, evidenziando le difficoltà delle regioni meridionali a competere con il resto del Paese.

La Commissione, pur riconoscendo gli sforzi del governo Meloni in alcune aree, evidenzia che molte delle iniziative intraprese vanno nella direzione opposta rispetto all’autonomia differenziata. L’Unione Europea ha apprezzato le politiche che mirano a un maggiore coordinamento centrale, soprattutto per quanto riguarda lo sviluppo del Sud. Una strategia industriale e di sviluppo per il Mezzogiorno potrebbe infatti migliorare significativamente il valore aggiunto degli investimenti, contrastando le disuguaglianze e promuovendo una crescita equilibrata su tutto il territorio nazionale.

In un momento in cui l’Italia è chiamata a fare scelte cruciali per il suo futuro, il messaggio della Commissione è chiaro: attenzione a non compromettere la coesione nazionale e la stabilità economica con una riforma che rischia di creare più problemi di quanti ne risolva.

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Ultimo Aggiornamento: 20/06/2024 07:18