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Ecco chi è (di nuovo) il primo fornitore di gas all’Europa. Putin gongola, l’economia Russa vola

Pubblicato: 21/06/2024 11:05

Nonostante la guerra in Ucraina e nonostante le sanzioni occidentali, secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale l’economia sovietica quest’anno registrerebbe una crescita del Pil del 3,2%. In questo modo la Russia si piazzerebbe al terzo posto mondiale per la crescita del 2024, alle spalle solo dell’India (+6,8%) e della Cina (+4,6%). Dietro al Paese di Putin, gli Stati Uniti con il +2,7%, mentre i dati europei sono molto più risicati: +0.7% per Francia e Italia e +0,2% per la Germania. Ma questo non è il solo dato che rallegra Mosca. Lo scorso mese, infatti, la Russia è tornata a essere il primo fornitore di gas in Europa superando gli Stati Uniti. Il dato è particolarmente significativo, perché è la prima volta che ciò accade da quando la Ue ha cominciato a imporre sanzioni contro il Paese dello Zar. A riferire del “sorpasso” sovietico agli Usa è l’Icis (Indipendence Commodity Intelligence Service): le forniture di gas naturale liquefatto e di gas russo hanno superato il 15% della fornitura totale verso la Ue e il Regno Unito. Mentre quelle americane sono ferme al 14%.

L’agenzia di stampa Reuters, poi, riferisce che le esportazioni di Gazprom sono aumentate del 7,3% rispetto ad Aprile e del 39% su base annua. Dati che hanno portato il direttore di analisi energetica presso l’Icis, Tom Marczec-Manser, ad affermare che “è sorprendente vedere la quota di mercato del gas russo aumentare in Europa, dopo tutto quello che abbiamo passato e tutti gli sforzi compiuti per disaccorpare e ridurre i rischi nella fornitura di energia”. Secondo gli analisti questo fenomeno dovrebbe essere solo temporaneo. Ma, a ben guardare, è anche la dimostrazione della difficoltà europea nel sostituire le forniture energetiche russe. Non sono solo alcuni Paesi orientali ad avere Mosca come principale fornitore. Anche Belgio, Francia e Spagna continuano ad acquistare gas liquido da Gazprom. Ed è il motivo per cui l’Unione Europea ha approvato un nuovo pacchetto di sanzioni alla Russia che va a colpire direttamente il GNL sovietico.

La stretta europea è mirata a impedire non l’importazione, ma la ri-esportazione del gas russo in altri Paesi. Questo per limitare i guadagni di Mosca ed evitare che, attraverso la vendita del gas, Putin possa finanziare la guerra all’Ucraina. Ma, nonostante tutto, resta evidente che l’Europa del gas sovietico ha bisogno, altrimenti rischierebbe di piombare in una crisi energetica dalle gravi conseguenze. In ogni caso, secondo gli analisti nel prossimo futuro la quota di gas russo destinato all’Europa calerà, e per due motivi principali. Che riprenderà a pieno regime la produzione americana, che aveva subito uno stop a causa della chiusura di un importante impianto in territorio Usa. E che la Russia, semplicemente, sposterà le sue forniture verso l’Asia. Fatto che preoccupa sia Bruxelles, sia Tokyo, che infatti hanno istituito un sistema di “allarme rapido” per monitorare le carenze di GNL in modo che le istituzioni europee e il Giappone siano sempre pronti a intervenire in caso di crisi.

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Ultimo Aggiornamento: 21/06/2024 11:40