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Jeff Buckley, un viaggio musicale fra genio e dolore

Pubblicato: 24/06/2024 11:17

Il panorama musicale degli anni ’90 è stato profondamente segnato da artisti che, nonostante il loro breve passaggio, hanno lasciato un’impronta indelebile. Tra questi, Jeff Buckley emerge come una figura affascinante e complessa, un artista che ha saputo coniugare talento puro e una profonda sensibilità artistica. La biografia “Da Hallelujah a The Last Goodbye” di Dave Lory, pubblicata in Italia il 26 giugno da Il Castello – marchio Chinaski Edizioni, ci offre uno sguardo intimo e rivelatore su questo straordinario musicista.

La carriera di Jeff Buckley, sebbene tragicamente breve, è stata un viaggio emozionante e intenso. La sua musica, caratterizzata da una voce unica e da una capacità di esprimere emozioni profonde, ha conquistato un pubblico vasto e variegato. Lory, che fu manager e amico di Buckley, ci guida attraverso questo viaggio, rivelando dettagli inediti e offrendo una prospettiva privilegiata sulla vita dell’artista.

Il libro è più di una semplice biografia; è un mosaico di aneddoti e testimonianze che restituiscono la complessità di Buckley. Grazie alla partecipazione di discografici, avvocati, musicisti, fonici e fotografi, Lory costruisce un ritratto a tutto tondo del cantautore. Ogni voce contribuisce a delineare un’immagine di Jeff Buckley come un artista tormentato e geniale, in costante ricerca di un equilibrio tra la sua eredità familiare e la sua propria identità artistica.

Buckley, nato nel 1966, era figlio del famoso cantautore Tim Buckley. Questo legame familiare non solo influenzò la sua carriera, ma rappresentò anche una fonte di conflitto e ispirazione. La sua musica rifletteva questa dualità, spaziando da brani di rara delicatezza come la celebre cover di “Hallelujah” di Leonard Cohen, a pezzi più intensi e strazianti come “The Last Goodbye”. La sua voce, capace di note sublimi e struggenti, diventò il suo marchio di fabbrica, distinguendolo in un panorama musicale ricco e competitivo.

Lory ci racconta di come Bob Dylan, Paul McCartney, Radiohead e Jimmy Page abbiano influenzato Buckley, contribuendo a plasmare il suo stile eclettico e raffinato. Questi artisti, con le loro musiche e le loro filosofie, sono diventati tessere fondamentali nel complesso puzzle che costituisce l’identità musicale di Jeff Buckley. La sua capacità di assorbire diverse influenze e di trasformarle in qualcosa di unico è una delle caratteristiche che lo rendono ancora oggi una figura di culto nel mondo del rock.

L’ascesa di Buckley fu rapida e intensa. Dai primi concerti nei piccoli club di New York, dove la sua performance carismatica e la sua voce ipnotica catturarono immediatamente l’attenzione del pubblico, fino al successo mondiale del suo album di debutto, “Grace”. Questo album, pubblicato nel 1994, è ancora considerato uno dei capolavori del rock alternativo. Brani come “Lover, You Should’ve Come Over” e “Eternal Life” dimostrano la sua capacità di mescolare liriche poetiche e musica complessa, creando un’opera che continua a ispirare artisti e fan di tutto il mondo.

Purtroppo, la carriera di Buckley si interruppe tragicamente nel 1997, quando morì annegato nel fiume Mississippi all’età di 30 anni. La sua morte improvvisa lasciò un vuoto incolmabile nel panorama musicale e segnò la fine prematura di una delle promesse più brillanti del rock. La biografia di Lory non solo celebra la vita e l’opera di Jeff Buckley, ma ci invita anche a riflettere sulla fragilità del talento e sulla volatilità del successo.

Da Hallelujah a The Last Goodbye” non è solo una lettura obbligata per i fan di Jeff Buckley, ma rappresenta anche un’importante testimonianza della sua eredità musicale e umana. Grazie alle dettagliate rivelazioni e alle profonde riflessioni di Dave Lory, possiamo comprendere meglio l’uomo dietro il mito e apprezzare ancor più la sua straordinaria musica.

“Da Hallelujah a The Last Goodbye” di Dave Lory
(Il Castello, 308 pp., euro 22)
Uscita: 26 giugno
Editore: Il Castello – Chinaski Edizioni

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