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Elettricità, fine della tutela dal 1° luglio: cosa cambia per cittadini e colossi dell’Energia

Pubblicato: 24/06/2024 12:11
mercato tutelato

Cornuti e mazziati. È così che si sentono, ancora una volta, gli italiani. Con la scusa della concorrenza, è andata a finire che i cittadini pagano molto di più per l’energia e i colossi triplicano i loro affari già milionari. Carlo Di Foggia, sul Fatto Quotidiano, traccia un primo bilancio della fine del mercato tutelato. E il quadro che ne emerge è imbarazzante, una vera vergogna. La maggior tutela, se ancora qualcuno non l’avesse capito, finirà il 1° luglio. I clienti rimasti (5 milioni di famiglie) passeranno agli operatori che se li sono accaparrati con aste al ribasso: “Dopo tre anni di ‘tutele graduali’ finiranno in pasto agli oltre 700 operatori che si dividono il mercato libero. I dati mostrano che nel ‘tutelato’ i prezzi applicati ai clienti sono sempre stati inferiori a quelli del mercato libero. Dal 2012 al 2020 (dati Arera) il risparmio medio peri clienti è variato da 0,8 a 4,39 centesimi per kilowattora (il 16% del prezzo totale)”. Ora i profitti sulle bollette sono stellari, con prezzi fino al 50% superiori a quelli di mercato per la sola componente energia.
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Quello che si è capito fin da subito è che con la fine del mercato tutelato la vera concorrenza che riduce i prezzi di fatto non esiste. Per capirlo basta dare un’occhiata ai conti delle grandi società quotate. Lo ha fatto ancora Di Foggia: “Nel 2023, in Italia, Enel ha fatto profitti lordi per 4 miliardi di euro nel segmento ‘clienti domestici di energia’. Rispetto al 2022, la crescita è di quasi il 650%, un record”. I margini nel segmento erano già elevati prima dello scoppio della guerra in Ucraina nel 2022, ora sembrano esplosi. Nel 2019, Enel aveva fatto 2,3 miliardi di profitti sui clienti domestici di energia, un ottimo risultato che adesso ha perfino raddoppiato: “È diventato il segmento più redditizio del suo business e parliamo di una multinazionale che opera in 28 Paesi”. Ma il discorso, ovviamente, non vale solo per Enel. Di Foggia sviscera i dati: “Ala (la municipalizzata di Brescia e Milano) nello stesso segmento ha raddoppiato i profitti nel 2023 e nel primo trimestre 2024 li ha visti salire del 81%; Acea (Roma) ha fatto registrare un + 23% nel trimestre e un +30% nel 2023; Eni (Plenitude) +49 e +83%; Hera + 237% e + 5,2% nel trimestre; Iren +158% nel 2023 e +600% nel primo trimestre 2024”.

Numeri mostruosi che spiegano la “truffa” della fine del mercato tutelato. Secondo il centro studi Comar, le trimestrali delle grandi società quotate dell’energia si sono chiuse con 5 miliardi di utile netto. E così i cittadini arriveranno a pagare fino a 60-70 centesimi di euro a kilowattora. Come spiega Arera, incredibilmente “stupita” da quanto sta accadendo, i clienti sono disorientati, spiazzati, tanto che molti scelgono offerte “che dal punto di vista economico non risultano vantaggiose e che non presentano elementi aggiuntivi che potrebbero giustificare tale scelta”. Grazie… Come chiosa Di Foggia, “per la maggior parte delle persone resta letteralmente impossibile districarsi nelle condizioni d’offerta e, se pure si va sul portale, si scopre che le offerte sul mercato libero migliori della maggior tutela sono pochissime”. Sempre i dati rivelano che nel 2023 in media solo il 13% delle offerte sul mercato libero era migliore della maggior tutela, percentuale che scende al 3% se si considera il solo prezzo fisso.

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Ultimo Aggiornamento: 24/06/2024 13:26