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Omicidio Elena del Pozzo, chiesti 30 anni per la madre che la uccise fingendo un sequestro

Pubblicato: 24/06/2024 18:54

“Chiediamo di condannare Martina Patti a 30 anni di carcere per l’omicidio della figlia Elena”. È stata questa la richiesta avanzata alla Corte d’Assise di Catania dal procuratore aggiunto Fabio Scavone che assieme alla pm Assunta Musella rappresenta l’accusa nel processo. La piccola Elena Del Pozzo è stata uccisa dalla madre, presente oggi in aula, il 13 giugno 2021 a Mascalucia. Il procedimento si è celebrato davanti alla prima Corte d’assise, presieduta da Sebastiano Mignemi. L’accusa le contesta i reati di omicidio premeditato aggravato, occultamento di cadavere e simulazione di reato. I nonni paterni e il padre della piccola vittima si sono costituti parte civile con l’avvocata Barbara Ronsivalle. L’imputata è assistita dai penalisti Gabriele Celesti e Tommaso Tamburino. La sentenza è prevista per il 12 luglio.
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Il delitto

Martina Patti ha confessato il delitto della figlia Elena, ma non ha spiegato il movente. La sera prima dell’omicidio, la bambina aveva dormito dai nonni. La mattina seguente, la zia l’aveva accompagnata all’asilo e la madre era andata a riprenderla, tornando poi a casa a Mascalucia. Successivamente, Martina Patti era uscita nuovamente con l’auto per creare un diversivo, poi era tornata nell’abitazione. È in quel lasso di tempo che sarebbe stato commesso il delitto, in un terreno abbandonato dove la madre ha seppellito il corpo della bambina, nascosto in cinque sacchi di plastica nera e semisotterrato con una pala e un piccone.

Dopo il crimine, Martina Patti ha messo in scena un falso sequestro, avvisando per telefono i suoi genitori e il padre di Elena, il suo ex compagno Alessandro Del Pozzo. Tornata a casa, accompagnata dai genitori, è andata dai Carabinieri a denunciare il rapimento. Davanti ai militari, Martina Patti ha collegato il presunto sequestro ad alcune minacce ricevute nel 2021 dall’ex convivente, trovate davanti al cancello di casa. Tuttavia, la sua versione non ha retto agli accertamenti dei Carabinieri e alle contestazioni della Procura di Catania.

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