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Europa, Meloni spiega il muro contro muro: “Non potevo fare altro”. Salvini: “Colpo di Stato”

Pubblicato: 28/06/2024 07:18

Bruxelles — Una notte movimentata, quella del Consiglio europeo, conclusasi con un giorno di anticipo e lasciando una scia di polemiche e tensioni. La premier italiana, Giorgia Meloni, ha dovuto affrontare una serie di sfide e insuccessi, culminati con una astensione clamorosa su Ursula von der Leyen e un voto contrario su Antonio Costa e Kaya Kallas.

Prima di lasciare Bruxelles, Meloni ha postato su X un messaggio di ammissione del suo isolamento: «La proposta formulata da popolari, socialisti e liberali per i nuovi vertici europei è sbagliata nel metodo e nel merito. Ho deciso di non sostenerla nel rispetto dei cittadini e delle indicazioni arrivate con le elezioni. Continuiamo a lavorare per dare finalmente all’Italia il peso che le compete in Europa». Un messaggio chiaro: la sconfitta è evidente, ma l’Italia continuerà a lottare per ottenere un portafoglio migliore in cambio dei propri voti all’Europarlamento.

Meloni non si è fermata qui. Ha parlato con i giornalisti, affermando con fermezza che «il ruolo dell’Italia non è accodarsi agli altri» e che il voto contrario non mette a rischio la posizione italiana nell’Unione. Ha aggiunto che sarebbe vergognoso se l’Italia dovesse subire ritorsioni per la sua posizione.

Nel frattempo, Matteo Salvini, segretario della Lega, ha accentuato la tensione con dichiarazioni forti su Rete4: «Quello che sta accadendo sulle nomine puzza di colpo di Stato. Milioni di europei hanno chiesto di cambiare l’Europa. E che cosa ti ripropongono quelli che hanno perso? Le stesse facce. Non gliele faremo passare».

La situazione è complessa e le trattative sono in corso. Donald Tusk, il negoziatore polacco, ha cercato di mantenere Meloni nel patto sui top jobs, proponendo un buon portafoglio economico per l’Italia e una vicepresidenza non esecutiva. Tuttavia, questo compromesso richiedeva il sostegno di Meloni all’accordo su Ursula von der Leyen, cosa non facile da ottenere considerando la resistenza interna, soprattutto da parte di Salvini.

Alla fine, Meloni ha optato per un’astensione su von der Leyen, scelta che le permette di continuare a negoziare. Ha spiegato ai suoi che «stasera non potevo fare altro, non avevamo altra scelta».

La situazione rimane tesa, con i conservatori che non vogliono cedere. Gli emissari dei popolari avevano proposto a Meloni di partecipare ai negoziati come osservatrice, ma ciò avrebbe richiesto la rinuncia alla Presidenza di Ecr, una condizione inaccettabile.

Le prossime settimane saranno cruciali. Il 18 luglio all’Europarlamento si deciderà il destino del bis di von der Leyen. Meloni ha già messo in chiaro che il problema non è la persona di Ursula von der Leyen, ma le politiche che intende portare avanti, su cui ancora non ci sono risposte soddisfacenti.

In questo clima di incertezza, l’Italia cerca di trovare una posizione che le permetta di ottenere il massimo beneficio possibile, mantenendo allo stesso tempo una linea di fermezza e rispetto per il mandato ricevuto dagli elettori.

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