Cristopher Thomas Luciani è il giovane massacrato domenica scorsa da due coetanei a Pescara con 24, forse anche 25 coltellate, sferrate per un debito di 240 euro. Gli assassini sono figli rispettivamente di un carabiniere e di un avvocato. Ora arrivano i primi risultati dell’autopsia che aiutano a comprendere il modo atroce in cui è morto Thomas.
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L’opinione del giudice Roberto Ferrari, riportata nel documento di convalida del fermo per i due assassini Flavio e Luca (nomi di fantasia), sta trovando importanti conferme nei primi risultati dell’autopsia effettuata sul corpo di Thomas Luciani. Il ragazzo è stato accoltellato di sorpresa, senza che potesse nemmeno accorgersi di quello che gli stava accadendo.
Cosa ha scoperto l’autopsia
Infatti non sono presenti segni di tagli sulle sue mani e sulle sue braccia, indizio evidente che Thomas non ha fatto in tempo nemmeno a difendersi. Ma, se braccia e mani risultano praticamente intatte, il torace è martoriato. L’area polmoni è stata colpita da dieci coltellate mortali inferte da un’unica mano. Secondo il giudice, dunque, “la realtà psichica descritta non consente la prevenzione di condotte criminose analoghe se non attraverso l’applicazione della più contenitiva delle misure cautelari”, ovvero il carcere per i due assassini.
Ma l’avvocato di Flavio, Roberto Mariani, sta facendo di tutto per trovare un’alternativa per il suo assistito alla detenzione nel carcere minorile di Bari. E, in questo senso, potrebbero avere un ruolo le presunte dipendenze di Flavio da cannabinoidi e anche da psicofarmaci, che potrebbero consentirgli l’ammissione in una comunità di recupero. Ma prima i due spietati killer dovranno comunque affrontare un processo.
