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“In arrivo una nuova stangata”. Elettricità, Enel lancia l’allarme. Governo e politiche energetiche, cosa non va

Pubblicato: 01/07/2024 11:48

“Il piccolo margine di riserva del sistema elettrico italiano continuerà a pesare sui prezzi dell’energia”. Che, tradotto per i consumatori, significa che i prezzi sono destinati a salire ben oltre le previsioni di bilancio comunicate dal Governo ai mercati. A certificarlo è l’Enel, che, come riporta un articolo di Antonio Rizzo sul Fatto Quotidiano, ha lanciato l’allarme basandosi su una semplice constatazione. Cioè che la potenza installata per produrre energia è molto bassa rispetto alla domanda. Quindi, con meno concorrenza fra i produttori, il risultato non potrà essere che un aumento dei costi in bolletta. Visto che i prezzi in Italia sono i più cari d’Europa, scrive Rizzo, “ci si aspetterebbe che un’azienda partecipata dal Tesoro investa in impianti di generazione di energia per stabilizzare i prezzi su livelli più bassi”. Invece per il prossimo futuro è attesa la dismissione di 4GW di centrali a carbone, che lavorano 24 ore al giorno, per far entrare in produzione 2,3GW di centrali a energia rinnovabile, che funzionano solo per 6 ore al giorno, con la conseguente perdita di energia prodotta.

Da queste considerazione, deriva la differenza del costo dell’energia elettrica per megawatt all’ora in Italia prevista per il 2026. 98 per il Governo, 115 per Enel. E per l’azienda, quella maggiorazione rappresenta il prezzo reale che gli italiani si troveranno a pagare. Sotto accusa, secondo questi dati, ci sono le politiche energetiche del governo, che prevedono un aumento di produzione di 73GW entro il 2030. Mentre, sottolinea il Fatto Quotidiano, “la principale azienda elettrica italiana ne promette 2,4 nei prossimi due anni e massimo 19 per il 2030“. Essendo Enel quotata in Borsa, l’azienda ha annunciato che nel prossimo futuro saranno privilegiati gli investimenti con un ritorno sicuro, cioè quelli il cui prezzo finirà nelle bollette degli italiani. Mentre gli investimenti in generazione d’energia saranno attuati solo se creeranno valore per gli azionisti. Il che è lecito per un’azienda quotata, ma visto che l’utile previsto si scaricherebbe in ulteriori costi per i cittadini, ci si aspetterebbe un intervento da parte del Governo.

Soprattutto perché i numeri che sono stati riportati sinora, come è facile prevedere, andrebbero a danneggiare sia l’economia, sia la sicurezza energetica del nostro Paese. Secondo Antonio Rizzo, “l’unica consolazione è che le previsioni sulla domanda di energia in Italia presentate da Enel nel piano industriale non paiono proprio accuratissime: si prevede che nel 2026 sia di 327 Twh contro i 319 del 2021, ma nel 2023 il consumo si è fermato a 307 e non vi sono chiari segnali di un aumento”. Quindi la speranza di una futura stabilità dei prezzi, allo stato attuale, dipenderebbe solo da una ridotta richiesta di energia da parte dei cittadini. Ma anche questo dato non lascia tranquilli, perché, per esempio, meno richiesta di energia può significare calo della produzione industriale. In ogni caso, dobbiamo sperare che le stime dell’Enel si rivelino sbagliate. Altrimenti, conclude il Fatto, “saremo vittime di un Governo incoerente rispetto alle sue politiche energetiche”.

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Ultimo Aggiornamento: 01/07/2024 11:51