Vai al contenuto

Macron, intellighenzia senza popolo

Pubblicato: 01/07/2024 10:39

Potrebbe essere proprio la troppa intelligenza a fregare Macron, in questa sua narcisistica ed esagerata rincorsa al Fronte Repubblicano contro la destra. Marine Le Pen, conscia di due sconfitte, proprio contro Macron, e memore delle orgogliose disfatte del padre, incita alla prudenza. Il sistema elettorale francese è foriero di tecnicalità, ma i sentimenti dei simpatizzanti dei partiti, il volere popolare, spesso sfugge a chi ha vissuto tra Sciences Po e l’ENA, la super scuola delle élite francesi. Forse si dovrebbe ritornare alla Sorbona che fu culla dei movimenti giovanili in Europa, dove è nato il ’68, e dove la cultura incontrava il popolo e le sue tensioni. Ma a Macron piace l’azzardo, in questo è emule di un più noto francese di origine Corsa sepolto a Parigi con le sue insegne.

Emmanuel tenta il tutto per tutto contro la Droit, tenta di ripetere Austerlitz ma potrebbe trovare una Waterloo, e conoscendone il carattere fumantino, e cercare l’esilio. Interrompere un’avventura fenomenale, la sua lo è stata indubbiamente, ti rende immortale, piuttosto che mostrare le crepe del logoramento inevitabile. Attenzione, il suo partito ha dato, dopo il fischio della revanche, segni di vitalità recuperando in parte il tonfo del voto europeo, ma il suo vero avversario non è a destra, ma nel radicalismo furbo, proveniente dal ’900 di Mélenchon. Macron vuole gestire la grandeur, Mélenchon vuole fare politica, la sua, antitetica più di quella della meloniana Le Pen. Marine da tempo ha capito che i toni ed i metodi del padre non erano consoni a vincere le presidenziali e a governare la Francia, che è un paese diviso come l’Italia, anche se in modo diverso.

Per governare la Francia bisogna convincere Parigi, lo sapeva bene Cesare che rifondò Lutetia Parisiorum, dai Galli Parisi, e fece di una palude una città moderna. La modernità di Parigi può essere conquistata dalle campagne francesi, ma non governata. Su questo artificio del potere della intellighenzia, della sfida della modernità, anche se bisogna intendere cosa sia, Macron tenta l’ultima partita. Tutto questo ci ricorda un film con Stallone e il grande Pelé, contro i tedeschi capitanati da un ottimo, e leale, Max von Sydow, in Fuga per la vittoria. Lì fu una rocambolesca rovesciata allo Stade de France a dare la vittoria, forse Macron dovrebbe puntare più su Mbappé che sul suo omologo Attal.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Ultimo Aggiornamento: 01/07/2024 10:40