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Angela Merkel in Grecia: “La Germania responsabile per i crimini nazisti”

Pubblicato: 11/01/2019 18:12

La cancelliera tedesca Angela Merkel si è recata in Grecia nella prima visita dopo quasi 5 anni. L’ultima volta Merkel era l’incarnazione delle politiche di austerity imposte al Paese ellenico dopo la devastante recessione innescata dalla crisi economica mondiale. Oggi una calorosa stretta di mano con Alexis Tsipras diventa una foto virale, ma le proteste non sono mancate. La cancelliera, inoltre, durante l’incontro con presidente greco Prokopis Pavlopoulos, ha ammesso le responsabilità della Germania per i crimini perpetrati dai nazisti in Grecia.

Merkel incontra Tsipras: la stretta di mano fa il giro del mondo

Era il 2014 quando la Merkel arriva in una Grecia nel caos, scossa dalla crisi economica e in preda a una profonda spaccatura sociale. Allora Tsipras, leader di Syriza, le intimava di tornarsene da dove era venuta promettendo che non avrebbe applicato le politiche “lacrime e sangue” richieste dalla Troika. La dura realtà ha però costretto la Grecia ad accettare ben tre salvataggi in cambio di una macelleria sociale. Oggi Tsipras può vantare di aver effettivamente rilanciato la Grecia verso la crescita, benché i costi siano stati altissimi: disoccupazione al 20%, taglio del 14% delle pensioni, un debito pubblico al 178%.

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L’incontro tra Tsipras e Merkel. Foto: EPA

Il Paese ellenico è nel suo primo anno senza la rigorosa supervisione della Troika, ma le insidie di un’economia fragile rimangono. Probabilmente Merkel è anche andata ad assicurarsi che la Grecia rimanga nel tracciato, di fronte a una debolezza economica diffusa nel Vecchio Continente e ad un primo ministro in piena campagna elettorale. Tsipras ha infatti promesso alcune aperture in vista delle politiche del prossimo autunno, come il blocco dell’ennesimo taglio alle pensioni. Il premier è infatti dato in svantaggio nei sondaggi, che premiano Nea Dimokratia, il partito conservatore di Kyriakos Mytsotakis.

L’incontro con il capo di Stato: la presa di responsabilità sul nazismo

È Prokopis Pavlopoulos a tirare fuori parole molto attese dai greci alla cancelliera tedesca: “Riproporrò la richiesta della Grecia, sul tema dei risarcimenti da parte della Germania, per i crimini di guerra nazisti, che noi greci, riteniamo sia lecito domandare. E pensiamo che la questione debba essere risolta nel foro giudiziario competente“, ha dichiarato il presidente. E Angela Merkel ha ritenuto opportuno assecondare il desiderio di rivalsa: “La Germania si assume la responsabilità per i crimini compiuti dai nazisti in Grecia“, ha ammesso, come riporta Euronews.

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Prokopis Pavlopoulos, e Angela Merkel. Foto: AP

Siamo consapevoli della nostra responsabilità storica. Sappiamo anche quanta sofferenza abbiamo portato alla Grecia come Germania, ai tempi del nazismo. E quindi dobbiamo fare di tutto, per poter avere buoni rapporti con la Grecia e sostenerci a vicenda, per il benessere di entrambi i Paesi, Grecia e Germania“, ha concluso la cancelliera.

Gli interessi tedeschi in Grecia

Quella di Angela Merkel non è stata solo una visita di cortesia, quindi. La Germania, e soprattuto le aziende tedesche, hanno molti interessi nel Paese del Mediterraneo. Politicamente la più rilevante è però quella della Macedonia: un accordo sul nome del piccolo Stato balcanico potrebbe essere la chiave per consolidare l’influenza europea in uno snodo cruciale. L’accordo siglato, in cui la Merkel ha avuto un ruolo di primo piano, prevede che quella che ora è chiamata Fyrom (Former Yugoslav Republic of Macedonia), diventi presto Repubblica di Macedonia del Nord.

Il cambio di nome permetterebbe di aprire la strada all’entrata in Unione Europea di Skopje, tassello cruciale sotto vari aspetti. Il primo è la questione migranti, dato che la Macedonia si trova in mezzo alla rotta balcanica, ora bloccata, ma che rimane una minaccia per la Germania. Inoltre il Paese balcanico rischia di finire nell’orbita russa, una penetrazione del Cremlino nel giardino di casa. I greci nazionalisti non vedono di buon occhio la questione, temendo che aprirà la strada a una rivendicazione della regione greca della Macedonia.

(Immagine di copertina: Reuters)