Maritsa Mavrapidou è morta a 89 anni il 10 gennaio. In tempi come questi, in cui spesso si è parlato di aggressioni e atti intimidatori di natura razziale, la sua vita dovrebbe rappresentare un monito alla pace e alla solidarietà. Lei e Efstatia ed Emilia Kamvisi per mesi offrirono aiuto ai migranti approdati sull’Isola di Lesbo, in particolare divenne celebre una loro foto mentre allattavano i bambini migranti con un biberon.
La storia di Maritsa e delle sue amiche
L’Isola di Lesbo è sempre stata approdo e crocevia di sbarchi di migranti provenienti dall’Oriente, in particolare dalla Siria. In fuga da guerre, dall’Isis, da condizioni di povertà, fame e miseria. L’Isola di Lesbo ha affrontato e tutt’ora affronta non poche difficoltà ma, nonostante tutto, si è distinta soprattutto nel 2016 per la sua umanità e il suo senso di accoglienza.
Merito di questo va dato a Lefteris Partsalis che scattò una foto nel novembre del 2015 a 3 donne speciali, Maritsa Mavrapidou, Efstatia ed Emilia Kamvisi, mentre allattavano con un biberon i bimbi sbarcati sull’Isola. Quella foto fece il giro del mondo e divenne un simbolo di umanità e solidarietà, al punto da valere alle “3 nonne di Lesbo” la candidatura al Nobel della pace nel 2016.
Greek hospitality, three grandmothers are taking care of a baby migrant. #lesvos #migrant #baby #lefterispartsalis pic.twitter.com/cYHgsqvAU0
— Lefteris Partsalis (@Partsalis_L) October 18, 2015
Lezioni di umanità
Maritsa Mavrapidou e le sue amiche vennero intervistate moltissime volte da testate nazionali e internazionali. Al Corriere della sera nel 2016 Maritsa spiegò con semplicità il motivo per cui bisognava aiutare queste persone e non rimandarle indietro: “Se hanno rischiato di annegare, vuol dire che là non potevano restare“.
Lei e Efstatia, che adesso ha 95 anni, ed Emilia Kamvisi, ora 88enne, hanno visto moltissimi sbarchi e aiutato tantissime persone, dando loro cibo, vestiti e accogliendoli con il cuore aperto. Maritsa era analfabeta e la sua famiglia era approdata sulle coste dell’Isola di Lesbo nel 1922 dalla Turchia. Da giovedì scorso Maritsa non c’è più, ma la sua lezione di umanità non dovrebbe spegnersi insieme a lei.
Credits immagine in evidenza e social: Twitter Lefteris Partsalis