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Da Napoli a Venezia, entro il 2100 le coste saranno sommerse

Pubblicato: 14/02/2019 15:57

Il fenomeno dell’innalzamento o abbassamento dei mari è sempre esistito. Come si sa l’altezza del livello del mare dipende dal volume di acqua disponibile negli oceani e quindi dalle variazioni climatiche. Più alte sono le temperature e più i ghiacciai tendono a sciogliersi. Ma l’innalzamento dei mari è più difficile da accettare se questa attività anziché dipendere da un naturale ciclo geologico è causata piuttosto dal riscaldamento globale dovuto al gas serra. E quindi alle attività umane. È del 13 febbario l’ultimo report presentato da ENEA a Roma nel corso di un convegno sul Mediterraneo e l’economia del mare, organizzato con Confcommercio. I dati riportati sono molto preoccupanti. Secondo le proiezioni, nell’arco di qualche decennio il livello del mare delle coste italiane salirà “tra 1,31 metri e 1,45 metri”. E potrà essere poco sotto al metro, “tra 0,94 e 1,035”, qualora si prendessero misure cautelative. Si stima che intorno al 2100 migliaia di chilometri quadrati di aree costiere verranno sommerse. Dalla mappatura di ENEA l’estensione territoriale a rischio inondazione sarà di 5.686,4 chilometri. E le città più colpite saranno Napoli e Venezia.

riscaldamento globale
Aree italiane a rischio inondazione. Fonte: Enea

“Serve progettazione”

Tale innalzamento del mare influirà molto su tutte le attività, comprese quelle della Blue economy, più strettamente legate al turismo. La soluzione starà nel “prevedere e progettare in modo tale da riuscire ad anticipare i fenomeni che si possono verificare” dichiara Federico Testa, esperto di sviluppo sostenibile presso ENEA. Non bisogna aspettare in maniera fatalistica ma piuttosto “progettando in un certo modo ci si può difendere naturalmente dalle cose che cambiano”, aggiunge sempre Testa spiegando quindi l’importante rapporto fra ENEA e Confcommercio.

venezia mare
Venezia

Le coste a rischio

Già oggi siamo di fronte a fenomeni sconosciuti in Italia fino a qualche decennio fa. Quello che si chiede alle istituzioni è che, oltre ad un ridimensionamento globale del nostro impatto sull’ecosistema, ci sia una maggiore consapevolezza del problema. Ricorda il Presidente Capacchione (SIB Confcommercio) che “il 29 ottobre una sorta di tsunami mai vista prima ha danneggiato in maniera seria molti tratti di coste italiane”. La progettazione, quindi, dovrà essere ipotizzata in vista di un bene pubblico che resti tale. Perché, preso atto della situazione che ci attenderà, è ora necessario proporre un rimedio “affinché questo bene non solo rimanga ma che aumenti”, conclude Capacchione.

Ultimo Aggiornamento: 19/11/2021 18:22