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Sbadiglio con te? Sarà perché ti amo: l’empatia nascosta negli sbadigli

Pubblicato: 14/03/2019 16:49

Perché sbadigliamo? Ma, soprattutto, perché talvolta lo facciamo di riflesso, dopo aver visto un’altra persona farlo? Potrebbe trattarsi di un comportamento sociale legato all’empatia che proviamo per il prossimo. Il fenomeno sembra infatti intensificarsi quando a mostrarci le tonsille sono amici e parenti, o la nostra anima gemella.

Lo sbadiglio contagioso come fatto sociale

Sbadigliare, si sa, non è qualcosa che facciamo perché lo vogliamo. Semplicemente, ci capita.
Lo sbadiglio spontaneo si verifica, nell’uomo come negli altri animali, ancor prima della nascita. I bambini cominciano a sbadigliare dalla ventesima settimana di gestazione, ma è solo a partire dai 5 anni di età che un simile fenomeno diventa espressione di empatia, cioè costituisce una reazione emotiva ad un input che arriva da un altro soggetto. A questa conclusione è arrivato uno studio dell’Università di Pisa, secondo il quale lo sbadiglio in risposta ad un altro sbadiglio, più che espressione di noia, costituirebbe un comportamento sociale strettamente dipendente dal legame empatico che unisce due persone.

sbadigli segnali empatia
immagne di repertorio

Le probabilità che, se a sbadigliare di fronte a noi è una persona cara, le rispondiamo nello stesso modo, sono molto più alte di quando il nostro interlocutore è un estraneo o un semplice conoscente. Non rilevano invece, secondo una prima versione della ricerca pisana, il sesso, l’etnia, l’età.
Nel 2016, però, è lo stesso gruppo di ricerca a notare come l’incidenza dello sbadiglio empatico sia maggiore nelle donne che negli uomini, vedendo in ciò una conferma della teoria stessa secondo cui lo sbadiglio sarebbe un fenomeno sociale: le donne sono più empatiche degli uomini, quindi sbadigliano, “contagiate” dai propri affetti, molto di più.

E se l’empatia non c’entrasse nulla?

Non manca chi mette in dubbio l’idea stessa dello sbadiglio empatico riconducendo l’avvenimento, in ogni caso, ad un semplice fenomeno fisiologico, una reazione del nostro corpo ad un “surriscaldamento” del cervello. Sbadiglieremmo, insomma, solo per “rinfrescarci le idee”.

Una ricerca del Duke Center for Human Genome Variation, poi, sembra evidenziare come l’età sia un fattore importante da tenere in considerazione quando si parla di sbadigli contagiosi: il numero di questi, nel caso di persone anziane, sarebbe decisamente più basso che nei giovani.

Anziani camminano lungo una strada sterrata
Pare che gli anziani siano meno soggetti agli sbadigli “di riflesso” (immagine di repertorio)