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Tapiro d’Oro per Al Bano, minaccioso “terrorista” secondo il governo ucraino

Pubblicato: 14/03/2019 12:12

Un Tapiro d’Oro in versione agente segreto, con tanto di occhiali scuri e caratteristico cappello panama bianco. La statuetta dorata più celebre del palinsesto Mediaset è stata consegnata nel corso della puntata di Striscia la Notizia andata in onda il 12 marzo a un alquanto stupito Al Bano Carrisi . Il motivo di tanta rabbia? Il Leone di Cellino è stato da poco inserito nella black list redatta dal governo dell’Ucraina. Il celebre cantante è stato etichettato come persona sgradita al governo, minaccia per la sicurezza nazionale.

Al Bano con panama bianco
Al Bano Carrisi con il suo caratteristico cappello panama, fatto “indossare” per l’occasione anche al Tapiro d’Oro consegnatogli

La consegna del Tapiro d’Oro

Al Bano non ha nascosto la sua incredulità per la situazione creatasi di fronte a Valerio Staffelli, angelo dei Tapiri di Striscia la Notizia. Una sola, martellante domanda nella sua testa: perché?Le dobbiamo pensare tutte per trovare una risposta a questo quesito”, ha affermato davanti alle telecamere di Striscia. Il cantante ha poi ironizzato: “Se mi catturano? Sparo subito qualche acuto.Forse avranno paura delle mie note alte e le scambiano per bombe”.

Al Bano attapirato

A rendere Al Bano ancora più attapirato è la risonanza mediatica della vicenda: è sulle pagine dei giornali di mezza Europa. “C’è il mio nome e a fianco la parola terrorista. Non è bello”, ha confessato a Staffelli. L’accusa di terrorismo giunge inoltre da un paese che Al Bano riteneva amico: “Sono stato anche in Ucraina a cantare!”, ha detto durante il servizio di Striscia. A quanto pare, l’Ucraina ha un modo particolare di ricambiare i favori.

Al Bano mentre canta
Al Bano alle prese con un acuto: che siano le sue alte note a causargli l’accusa di terrorismo?

Il sospetto legame con la Russia di Putin

In pochi giorni il curioso episodio ha scatenato risate e esclamazioni di incredulità. Cosa avrà mai fatto di male il povero cantante per meritarsi l’appellativo di “terrorista”? La motivazione probabilmente non è legata alla potenza dei suoi gorgheggi, quanto piuttosto alla stima espressa dal cantante nei confronti di Putin. “Quella con Putin non è un’amicizia, ma una semplice conoscenza”, si è difeso Al Bano. “Ho cantato per lui ma anche per tanti altri capi di Stato e pure per Giovanni Paolo II. Sono un uomo di pace e non di guerra”. Ma anche se pacifista, il Leone ruggisce e chiede delle scuse ufficiali.