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Scomparsa dal suo letto a 6 anni: violentata uccisa da un ragazzo di 16

Pubblicato: 24/03/2019 16:56

Una storia di dramma e violenza così atroci, da scioccare anche il giudice che ha emesso la sentenza. La piccola Alesha MacPhail, la bella bimba scozzese di 6 anni dai capelli biondi e gli occhi azzurri, è stata rapita nel sonno da un perfetto estraneo, che l’ha portata in un bosco dove l’ha sottoposta alle peggiori torture. Il suo corpo era stato ritrovato dopo due giorni di estenuanti ricerche via terra e via mare, perché la piccola si trovava in vacanza con il papà e la di lui compagna dai nonni sull’Isola di Bute in Scozia.

Che cosa è successo ad Alesha?

Il 2 luglio 2018 è stato l’ultimo giorno di vita di Alesha, nessuno, da lei, ai nonni, al papà si sarebbe aspettavano quanto accaduto dopo. La bimba si era addormentata guardando un DVD del suo programma preferito, Peppa Pig, si trovava al sicuro nel suo letto, nella casa dei nonni, quando un uomo, identificato durante il corso delle indagini, è entrato in casa e senza farsi né vedere né sentire ha rapito Alesha portandola nel bosco per poi scomparire.

Le immagini delle telecamere di sorveglianza. Credits: Crown Office
Le immagini delle telecamere di sorveglianza.
Credits: Crown Office

In quel bosco a pochi chilomentri da casa, Alesha ha subito ogni genere di mostruosità. Il suo rapitore che si è scoperto essere un ragazzo di 16 anni, l’ha spogliata e ha abusato del suo corpicino di bambina, l’ha colpita 117 volte con un coltello, l’ha scossa e l’ha uccisa soffocandola. Secondo il medico legale la causa della morte è stata una forte pressione a collo e viso. Il patologo non ha mancato di rimarcare lo shock nell’eseguire l’esame autoptico su un corpo in condizioni “orripilanti, che ha subito delle ferite da abuso sessuali catastrofiche” sia prima sia dopo la morte; il medico ha dichiarato di non aver mai visto una cosa del genere.

La piccola Alesha MacPhail. Credits: Facebook
La piccola Alesha MacPhail. Credits: Facebook

L’orco: un ragazzo di 16 anni

Si chiama Aaron Campbell ed ha 16 anni. È lui che nella notte del 2 luglio, ubriaco al ritorno da una festa è riuscito ad entrare in casa e a rapire la bambina. Un patito di videogiochi, fissato con la figura horror di Slender Man, al punto da rassomigliarlo, a guardare le immagini riprese dalla videosorveglianza. Alcuni suoi ex amici lo hanno descritto come ossessionato dalla violenza, soprattutto dai videogiochi, e che avesse precedenti per violenza sessuale su una teenager, che avesse persino ucciso e scuoiato uno o forse più gatti. Secondo quanto raccontato dagli amici, il ragazzo aveva persino mostrato loro immagini esplicite prima di commettere l’omicidio. Altri testimoni hanno raccontato che una volta è stato visto tenere la testa di una bimba dell’età di Alesha sott’acqua fino a quasi farla annegare.

Aaron Campbell, il 16enne autore delle violenze sul corpo di Alesha.
Credits: Police Scotland
Aaron Campbell, il 16enne autore delle violenze sul corpo di Alesha.
Credits: Police Scotland

Durante il processo il giovane Campbell è stato definito un Serial Killer in erba, nel corso dei lunghi mesi d’indagine il ragazzo ha intessuto una rete difensiva basato su un castello di bugie, nelle quale ha cercato di far ricadere la colpa dell’efferato omicidio sulla compagna del padre di Alesha, Toni McLachlan. Il suo difensore lo ha descritto come un ragazzo affetto da disturbi depressivo-ansiosi e si sia inflitto atti di autolesionismo. Il giudice ha condannato Aaron Campbell al carcere a vita, dopo averlo ritenuto colpevole di tutte le accuse, durante la lettura della sentenza, il giudice, Lord Matthews, non è riuscito a ripercorrere la cronologia delle violenze subite dalla piccola, definendole brutali e rivoltanti.

Le parole dello zio e della mamma

I funerali di Alesha si sono celebrati lo scorso 21 luglio nella commozione generale, a portare la piccola bara c’erano lo zio e il papà. “Alesha è tutto quello che avrei sempre voluto essere – ha dichiarato lo zio – era dolce, gentile, intelligente, non riesco a credere che non ci sia più. Lei era la stella più luminosa”. La mamma della piccola, dopo la sentenza, ha dichiarato: “Sono state le due settimane più difficili della mia vita, andare al processo, sentire quello che le è stato fatto… Ma tu eri nel cuore di mamma piccola mia, ce l’abbiamo fatta, quel ragazzo non farà mai più male a nessun altro bambino. Sarai sempre la bella e forte principessa di mamma. (…) Ora puoi riposare in pace”.

Il muro di fronte alla casa dei nonni. Credits: The Sun
Il muro di fronte alla casa dei nonni. Credits: The Sun