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Omicidio dei Murazzi, un 27enne confessa l’omicidio di Stefano Leo

Pubblicato: 31/03/2019 23:35

Un uomo di 27 anni si è oggi costituito confessando l’omicidio di Stefano Leo, il 34enne biellese ucciso a Torino, nei pressi dei centralissimi Murazzi, lo scorso 23 febbraio. Il reo confesso sarebbe un italiano di origine marocchina, che si è costituito poche ore dopo la fiaccolata in memoria del giovane che si è svolta questo pomeriggio.

Omicidio Murazzi, un 27enne confessa poche ore dopo la fiaccolata

Un uomo si è recato dai Carabinieri per costituirsi come responsabile della morte di Stefano Leo, giovane sgozzato lungo le rive del Po circa un mese fa, nei pressi di Corso San Maurizio. L’uomo avrebbe piccoli precedenti penali e sarebbe stato consegnato al Nucleo investigativo titolare dell’inchiesta.

Quanto scoperto finora dalle indagini della Procura di Torino avrebbe dei riscontri con quanto dichiarato dal 27enne, trattenuto per ulteriori accertamenti. Gli inquirenti hanno raccolto diverso materiale e testimonianze che gli avrebbero permesso di essere vicini all’arma del delitto. Non sono ancora chiare le motivazioni che hanno spinto l’uomo ad uccidere Stefano Leo.

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Il corpo di Stefano Leo senza vita a terra pochi attimi dopo l’aggressione. Fonte: Ansa

Il brutale omicidio di Stefano Leo

Poche ore prima, sul lungo Po sfilava la fiaccolata organizzata dagli affetti di Leo per ricordarne la scomparsa e chiedere risposte sulla sua morte. Il 34enne è stato brutalmente ucciso con un colpo che gli ha reciso la trachea un mese fa. L’omicidio ha sconvolto Torino, data la violenza con cui è stato portato a termine e l’incomprensibilità di quanto accaduto.

Stefano Leo. Foto: Facebook
Stefano Leo. Foto: Facebook

Sul movente, infatti, non c’è stato finora il minimo indizio e gli inquirenti non hanno escluso che si sia trattato di uno scambio di persona. Gli amici lo descrivono come tranquillo e abitudinario, era solito andare a lavoro passando a piedi sul lungo Po Machiavelli, attraversando il centro verso il negozio di via Roma in cui lavorava. L’aggressione sarebbe avvenuta in modo premeditato e calcolato, senza esitazioni da parte dell’aggressore che, forse, è ora in mano alle forze dell’ordine.