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Uccidono mamma cinghiale: unico cucciolo sopravvissuto affidato ad un rifugio

Pubblicato: 01/04/2019 22:44

L’unico cucciolo di cinghiale superstite, dei 5 rimasti senza mamma nel Biellese, è arrivato nel Rifugio Miletta, dove i volontari stanno tentando di salvargli la vita. La storia aveva destato parecchio scalpore sul web, soprattutto dopo l’uccisone della madre da parte delle forze dell’ordine e l’iniziale affidamento dei cuccioli ad un’azienda alimentare, con l’obbligo di macellazione entro l’anno. 4 di loro sono però morti nel giro di pochi giorni, portando la Provincia di Biella alla decisione di affidare l’ultimo piccolo all’associazione Rifugio Miletta, un centro in provincia di Novara che si occupa di proteggere e curare animali in difficoltà.

La madre abbattuta e i cuccioli destinati al macello

Venerdì 15 marzo una mamma di cinghiale, con i suoi 5 cuccioli appena partoriti, si era intrufolata in un cortile privato del comune di Bioglio (Biella). I residenti, non sapendo come comportarsi, avevano chiamato le forze dell’ordine che, una volta giunte sul posto, si erano viste costrette ad abbattere la madre, ritenuta troppo pericolosa. La vicenda dei cuccioli, portati in un allevamento con lo scopo di essere macellati, aveva scatenato le proteste degli animalisti: la stessa Provincia di Biella si era convinta ad optare per una soluzione alternativa, vista anche la disponibilità del Rifugio Miletta ad accogliere i cinghiali.

Il cinghiale Max
Il piccolo Max, a destra, con Tami, a sinistra (Facebook/rifugiomiletta)

La nuova vita di Max al rifugio

Per il trasferimento si è dovuto attendere il parere positivo del veterinario, preoccupato per le precarie condizioni di salute dei piccoli. La morte improvvisa di 3 cuccioli, e poi del quarto, ha accelerato i tempi, spingendo i volontari a condurre immediatamente l’ultimo superstite al rifugio. Qui hanno trovato per lui un nome, Max, e una nuova amica, Tami, una femmina di cinghiale sopravvissuta ad un incidente. Max viene nutrito con un biberon dal personale del centro ogni 3 ore, giorno e notte, con la speranza di salvarlo da un destino che sembrava ormai segnato.

Il cinghiale Max
Un’altra immagine di Max, a destra, con Tami, a sinistra (Facebook/rifugiomiletta)

Alessandra Motta, responsabile del Rifugio Miletta, ha voluto esprimere il suo sconcerto per la gestione dell’intera vicenda, soprattutto per l’iniziale affidamento dei piccoli cinghiali ad un’azienda alimentare: “Ancor di più condanniamo la scelta di aver affidato i neonati di pochi giorni di vita ad una struttura privata – ha dichiarato – che da li a pochi mesi, li avrebbe macellati. Animali selvatici, patrimonio indisponibile dello stato, affidati ad un’azienda privata che avrebbe tratto profitto dalla loro macellazione”.

Immagine in alto: Facebook/rifugiomiletta