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Emilio Fede, le prime dichiarazioni dopo la condanna

Pubblicato: 12/04/2019 10:30

Emilio Fede si è dichiarato incredulo, davanti alla decisione della Cassazione di confermare la sentenza del 2018 che lo condanna a 4 anni e 7 mesi di reclusione. Data la sua età (86 anni) passerà probabilmente alcuni mesi iniziali ai domiciliari, per poi continuare a scontare la sua pena in carcere.

Comincerà con una pena ai domiciliari

I reati di cui è accusato Emilio Fede sono favoreggiamento della prostituzione e tentativo di induzione. Oltre a Emilio Fede, anche Nicole Minetti ha visto confermata la sua condanna a 2 anni e 10 mesi: il suo avvocato ha dichiarato che presenteranno richiesta di affidamento in prova ai servizi sociali. Per lei, visto che si tratta di una pena inferiore ai 3 anni, non scatta automaticamente l’ordine di carcerazione.

L’avvocato di Emilio Fede, Maurizio Paniz, avrà 30 giorni per chiedere i domiciliari per il suo cliente. Il legale, ad Adnkronos, ha raccontato: “Ho parlato con Fede: era amareggiato, perché è assolutamente convinto della propria innocenza e ribadisce la sua assoluta onestà intellettuale in ciò che ha fatto pur nella convinzione che in uno Stato democratico le regole e le sentenze vanno rispettate, anche se non sono condivise”.

Fede: “Non le conoscevo neanche”

Amare le parole di Fede ad Adnkronos: “Io sono stato condannato perché ho indotto sei ragazze alle prostituzione. Perfetto. Punto e basta. Se qualcuno ci crede va bene. Non commento minimamente. Mi viene da ridere. Intanto devo scegliere dove fare gli arresti domiciliari, se a Roma, a Napoli, a Capri o a Milano”. Fede afferma addirittura di conoscere a malapena alcune delle ragazze coinvolte nella vicenda: “Chi può credere che io abbia potuto far prostituire delle ragazze con Berlusconi? Alcune di queste ragazze io non le conoscevo neanche. Le due ragazze di Torino le ho viste una volta nella vita. Mah. Davvero non voglio aggiungere altro”.

Anche il legale Paolo Righi, che assiste Nicole Minetti, ha affermato sempre ad Adn che anche la sua assistita non si aspettava tale decisione dalla Corte: “Ho parlato con Nicole Minetti. Lei, come tutto il collegio di difesa, non si aspettava la conferma della condanna da parte della Cassazione. E adesso faremo domanda per l’affidamento in prova ai servizi sociali, come consentito dalla legge”.