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Strage di Via d’Amelio, Fiammetta Borsellino esplode contro il Csm: “Non ha fatto nulla”

Pubblicato: 12/04/2019 19:21

Per tutti è la “strage di via D’Amelio“, l’attentato di stampo mafioso che ebbe nel mirino il magistrato italiano, Paolo Borsellino. In quell’attacco, il magistrato perse la vita in quel lontano 19 luglio 1992. Solamente il 5 novembre scorso, in Tribunale a Caltanissetta, ha avuto inizio il processo per il depistaggio delle indagini sulla strage e oggi, la figlia del magistrato ucciso, tuona con forti accuse contro il Consiglio superiore della magistratura.

Via d’Amelio, il processo per depistaggio

Sono trascorsi già 27 anni da quel drammatico 19 luglio del 1992, quando intorno alle 17 di pomeriggio un’auto, una Fiat 126 con a bordo più o meno 90 kg di esplosivo, veniva da lontano fatta esplodere in via Maria D’Amelio 21 a Palermo, proprio sotto casa del magistrato Borsellino. Un vero attentato di stampo mafioso progettato per uccidere il magistrato che perse la vita insieme ai 5 agenti di scorta che viaggiavano con lui. Lo scorso novembre, a Caltanissetta, dopo lungo tempo ha avuto inizio il processo per depistaggio delle indagini proprio riguardo la strage e che vede, come imputati, 3 persone: Mario Bo, Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo, 3 poliziotti che dovranno difendersi dall’accusa di calunnia aggravata dall’aver favorito la mafia, in questo specifico caso, Cosa nostra.

fotografia scattata dall'alto di un palazzo frontale alla dimora del magistrato borsellino poco dopo l'attentato in via d'amelio nel 1992
La strage di Via d’Amelio nel 1992, attentato di stampo mafioso in cui persero la vita il magistrato Paolo Borsellino e 5 dei suoi agenti di scorta

La rabbia della figlia Fiammetta

Un depistaggio avuto luogo, come si evincerebbe, nei momenti immediatamente successivi all’attacco nel corso delle indagini a riguardo. Gli imputati, a vario titolo, sono accusati di aver portato a testimonianza dei “falsi pentiti” volto a condannare 8 persone per l’attentato di Via d’Amelio. Proprio in ambito di questo processo, ha voluto esprimersi con rabbia la figlia di Paolo Borsellino, Fiammetta. “Il Csm sul piano disciplinare non ha fatto nulla e quando si è mosso non l’ha fatto di sua iniziativa ma solo su input di noi familiari e questo, per me, è abominevole“, sono queste le forti dichiarazioni della figlia di Paolo Borsellino che punta il dito contro il Consiglio Superiore della Magistratura. Dichiarazioni che vengono pronunciate in occasione di un convegno: “Ad oggi nei nostri confronti non c’è stata alcuna riparazione. Io sono stata convocata dal procuratore generale della Cassazione. Ci si chiedono contributi a cui non ci siamo mai sottratti, contrariamente ad altri. Ma non c’è stata alcuna riparazione“.

Ultimo Aggiornamento: 19/07/2019 16:33