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Alessandro Haber, pazzo per la figlia Celeste: “Mi gira come un calzino”

Pubblicato: 13/04/2019 18:50

Uno degli attori più talentuosi e prolifici si racconta a Verissimo. Alessandro Haber, grandissimo artista, racconta della sua vita, che fino a 15 anni fa coincideva principalmente con il suo lavoro di attore. Poi l’arrivo della figlia Celeste ha cambiato tutto, rivoluzionando il suo mondo.

La vita riscoperta grazie alla figlia Celeste

Celeste, 15 anni, è l’amatissima figlia avuta con Antonella Bavaro, ex moglie e attrice. “Cominciavo a sentirmi un po’ arido, sentivo che mi mancava qualcosa, non riuscivo più a mettere a fuoco niente. Poi ho scoperto che era la paternità“, racconta Alessandro Haber. “Avessi potuto mettermi incinta, per assurdo, l’avrei fatto“, racconta il poliedrico attore, “Antonella è una madre meravigliosa e mi ha regalato questa cosa… Ci siamo sposati per un regalo. Io non credo nel matrimonio, non stiamo più insieme. Ognuno fa quello che vuole, le storie finiscono, non mentiamo“.

Alessandro Haber a Verissimo
Alessandro Haber a Verissimo

Come padre, l’attore non si ritiene molto capace: “Io vedo che tanti altri padri sono bravissimi, io non riesco a dire di no, lei fa con me quello che vuole. Fare il padre è un mestiere e io non son buono, lei mi gira come un calzino e a me piace farmi girare“. Haber non è un genitore geloso: “Basta che non si droga, può fare quello che vuole. Se trova un bravo ragazzo, le piace, ma cosa c’è di più bello di fare l’amore. Le dico: ‘Celeste, qualsiasi cosa, papà è molto avanti, ne ha fatte di cotte e di crude, puoi dirmi qualsiasi cosa’“.

La passione e l’ossessione per la recitazione

Haber ha recitato in film iconici come La Cina è vicina di Bellocchio, Fantozzi subisce ancora, Amici Miei di Monicelli, che lo richiama poi per un altro classico, Parenti serpenti. Una carriera che lo porta ad avere una sterminata filmografia, diventa l’attore feticcio di Pupi Avati e Pieraccioni.

Non mi sono mai curato come essere umano, ho sempre cercato di curarmi come artista, perché è lì che mi sento a mio agio“, racconta l’attore, che con il suo lavoro un rapporto quasi morboso. Almeno fino alla nascita di Celeste: “Poi invece la vita è meravigliosa, certo, mi ha regalato una figlia meravigliosa, però sono uno che fa il personaggio del padre. Poi morirei per lei“.

alessandro haber
Alessandro Haber

Haber continua: “Volevo fare l’attore. Era un bisogno, una malattia, che non capivo. Era una cosa che mi appassiona talmente forte, non c’è niente che mi piaccia di più, è come fare l’amore. Fino a 15 anni fa non c’era niente che mi facesse stare meglio, era una malattia vera“.

Il ricordo di Mario Monicelli

L’attore ricorda anche lo straordinario Mario Monicelli: “Ho avuto la fortuna di essergli amico, al di là del lavoro“. Riguardo al suicidio del grande regista confessa: “Me lo aspettavo, era un uomo che non voleva essere aiutato, accudito. Nell’ultimo anno non vedeva più, non sentiva più. Ha capito che non poteva più crescere. Quando ha capito che doveva dipendere da qualcun altro ha detto ‘sai che c’è?’ Un gesto di grande coraggio“.

Oggi gli attori si assomigliano un po’ tutti

Haber racconta degli altri registi con cui ha avuto la fortuna di lavorare o che ha conosciuto, da Volonté a Mastroianni, da Gassman a Togliazzi. “Erano talmente unici e irripetibili“, racconta, “Oggi ormai gli attori si assomigliano un po’ tutti. Ce ne sono tanti bravi, ma quella personalità, quella capacità di essere unici… Come nella moda, nella letteratura“.

Ultimo Aggiornamento: 13/04/2019 18:54