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Rosa Bazzi, la prima intervista dopo la strage di Erba

Pubblicato: 15/04/2019 16:15

Per la prima volta in 12 anni, Rosa Bazzi si è seduta davanti a una telecamera ed ha parlato. Antonino Monteleone de Le Iene ha intervistato uno dei due condannati per la strage di Erba, il delitto più efferato su territorio italiano degli ultimi decenni.

Una donna cambiata

Non è stata un’intervista facile, quella a Rosa Bazzi. Capelli intrecciati e viso tirato, la moglie di Olindo Romano ha paura di parlare e di ritrovarsi davanti alle telecamere de Le Iene. Ad un certo punto, pochi minuti dopo l’inizio dell’intervista, Rosa si alza in piedi: “Questa cosa qua la mandate in televisione ma sai come questa cosa qua sarà mandata, rigirata, lavorata, non è una cosa facile”. 

La vita di Rosa Bazzi è cambiata: non è più la donna morbosamente attaccata a un marito amatissimo, quasi osannato. Anzi: si mormora che ci sia un detenuto, molto vicino a lei, che addirittura avrebbe rifiutato un lavoro fuori dal carcere pur di starle vicino e non dover cambiare sezione carceraria. Nuova vita, nuova casa, nuove abitudini. Forse, un nuovo amore.

Pentita dalla confessione

C’è pentimento, nella sua voce, quando parla della confessione che i due resero quasi contemporaneamente, nell’ottica di avere una riduzione di pena e la possibilità di uscire, riavere una vita insieme. Adesso, i toni sono diversi: quando Monteleone le chiede se aveva senso fornire una confessione di 4 omicidi pur di stare insieme lei risponde “Allora era così, io non sapendo..non mi era mai successa una cosa del genere (…) Allora le cose erano cose, adesso le cose sono cambiate, adesso abbiamo capito lo sbaglio”. Rosa dice di essere stata rigirata, di essersi fidata di quello che al tempo le disse il Maresciallo Gallorini: “Il problema è che noi siamo stati fuori e c’erano i carabinieri e lui (Gallorini, ndr) ci spiegava quello che era successo, come avevamo da dire e da fare”.

L’uomo visto da Rosa Bazzi

Addirittura, durante l’intervista arrivano dichiarazioni fortissime su chi, secondo la detenuta, avrebbe potuto uccidere la famiglia di Azouz Marzouk: “Quando siamo usciti noi abbiamo visto un signore. Però non ci hanno mai ascoltato” “Un signore con una borsa in mano, un giaccone e un cappello”. Una persona mai vista prima. Per Rosa, ci sarebbe da cercare tra le amicizie dei due coniugi Marzouk: “Beh… bisogna vedere le amicizie che aveva Marzouk, e bisogna vedere le amicizie che aveva la Raffaella… eee… quando hai le amicizie di roba di droga o spacci quelle cose lì… non è che sono delle persone che… son bravi… no? no!”.

Il mistero dei reperti distrutti

Amarezza e sconforto la fanno da padrone quando il discorso cade sui reperti distrutti: “Non hanno svolto bene il lavoro che hanno fatto…se lo facevano bene…come mai spariscono le cose adesso, che potevano controllare allora? Perché dovevano sparire reperti che volevano tenere nascosti? Lasciali, così se c’è la mia impronta avete da dire ‘rom, siete stati voi, chiudiamo il discorso’  “.

Rosa Bazzi non vede, però, spiragli di speranza: Pensi ancora che gli elefanti volano? Quante volte siamo andati in Cassazione? (…) voglio che la verità viene fuori, però ci mettono sempre il bastone tra le ruote…ogni volta che facciamo un passo avanti gli altri ci fanno fare un passo indietro (…)faccio fatica a credere nella giustizia, adesso ditemi un po’ voi se devo avere ancora fiducia”.