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Pelle d’oca per la musica? Il tuo cervello ha più connessioni neurali

Pubblicato: 26/04/2019 11:38

Groppo in gola, brividi lungo il collo e la spina dorsale, pelle d’oca? Se queste sono le sensazioni che provate quando, auricolari nelle orecchie, ascoltate la vostra musica preferita, il vostro cervello potrebbe avere una struttura particolare. A svelarlo è uno studio condotto da Matthew Sachs, dottorando della University of Southern California, in collaborazione con altri ricercatori dell’Università di Harvard e della Wesleyan University. Da sempre incuriosito dagli effetti della musica sul cervello, Sachs ha scoperto che gli individui inclini a provare forti emozioni durante l’ascolto di un brano a cui sono particolarmente legati hanno una struttura celebrale speciale. In particolare, nel loro cervello la corteccia uditiva e le aree che elaborano le emozioni sono collegate da un maggior numero di connessioni neurali. Insomma, le due zone “dialogano” meglio.

La musica e il piacere: una relazione complessa

Perché alcuni individui traggono così tanto piacere dall’ascolto della musica? Questa la domanda che ha guidato Sachs nei suoi studi. La musica è un elemento fisso “in ogni civiltà umana nel corso della storia ed è spesso descritta come una delle più piacevoli esperienze umane”, dichiara Sachs, che nel tempo libero è il primo a dilettarsi suonando pianoforte e fagotto. “La reazione estetica al coinvolgimento nelle arti attiva gli stessi network di ricompensa nel cervello che rispondono ai più semplici piaceri sensoriali associati al cibo e al sesso”, prosegue il ricercatore. Eppure, il piacere percepito durante l’ascolto del proprio brano preferito varia incredibilmente da individuo a individuo.

Persona che ascolta la musica
L’ascolto della musica provoca intense emozioni in alcuni individui

Nel cervello degli amanti della musica

Per spiegare questo fatto, il team di ricerca ha studiato la reazione emotiva di un campione di volontari alla musica. I 20 partecipanti sono stati divisi in due gruppi: 10 sono rientrati nel “chill group” dichiarando di percepire spesso la pelle d’oca durante l’ascolto, gli altri 10 hanno formato il “no-chill group” in quanto insensibili agli stimoli musicali. I volontari hanno ascoltato sia il loro brano preferito (i loro gusti musicali spaziavano da Wagner ai Coldplay) sia alcuni pezzi casuali di controllo. I ricercatori hanno misurato le reazioni fisiologiche: i battiti del cuore accelerano? La pelle suda? Il soggetto si emoziona?
I volontari sono poi stati sottoposti a scansioni cerebrali (o, più scientificamente, DTI). Si è così visto che il cervello di chi prova un nodo allo stomaco all’ascolto della musica presenta più connessioni tra la corteccia uditiva e le aree elaboranti le emozioni.

Cuffiette per la musica
Ascoltare la “giusta” musica potrebbe diventare una forma di terapia dell’umore sempre a portata di mano

Le applicazioni: musica e terapia contro la depressione

Difficile generalizzare la scoperta : come ammette lo stesso Sachs, lo studio è stato condotto su un campione limitato. Il fenomeno indagato è per di più molto complesso, ma il ricercatore non si arrende e anzi sta già conducendo studi ulteriori. Ad animarlo è la possibilità che le sue analisi trovino un’applicazione terapeutica. La musica potrebbe essere usata per indurre stati di rilassamento, ma anche per curare la depressione. “Si potrebbe usare la musica con un terapeuta per esplorare i sentimenti”, ipotizza Sachs. “La depressione provoca l’incapacità di provare piacere nelle cose di tutti i giorni”. Con le giuste note, anche chi vive nell’apatia potrebbe provare di nuovo gli ormai poco familiari brividi lungo la schiena.