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Giallo di Torvaianica, l’autopsia rafforza l’ipotesi dell’omicidio-suicidio

Pubblicato: 23/06/2019 14:57

Il giallo di Torvaianica, vicino Roma, dove son stati rinvenuti due corpi carbonizzati dentro una Ford Fiesta, sembra pian piano avvicinarsi ad una soluzione. I risultati parziali dell’autopsia, infatti, hanno rivelato alcuni dettagli che potrebbero essere fondamentali per la ricostruzione del delitto avvenuto lo scorso 14 giugno. L’ipotesi dell’omicidio-suicidio sembra sempre più credibile. Sul corpo di Maria Corazza, 46enne di Pomezia, era presente una profonda ferita da arma da taglio, che ne ha probabilmente causato la morte. Il cadavere di Domenico Raco non presentava invece ferite evidenti. Sarebbe deceduto per il monossido di carbonio inalato. Secondo gli investigatori, Raco avrebbe ucciso Corazza, per poi uccidersi dandosi fuoco all’interno dell’auto. I Carabinieri hanno anche trovato un coltello nell’utilitaria carbonizzata, con ogni probabilità l’arma del delitto di Torvaianica.

Il delitto di Torvaianica si fa più chiaro, mentre il movente resta incerto

L’autopsia condotta sul corpo di Domenico Raco, elettricista 39enne calabrese, ha rivelato la presenza di monossido di carbonio nei suoi polmoni, ma nessuna ferita. L’esame autoptico sul cadavere di Maria Corazza sarà concluso lunedì, ma ad un primo controllo è risultata evidente una coltellata al torace della donna. Il movente non è accertato, mentre la dinamica del delitto di Torvaianica sembra sempre più chiara. Raco avrebbe ucciso Corazza, forse dopo un rifiuto della donna, poi avrebbe dato fuoco alla Ford Fiesta. Si sarebbe cosparso poi di olio per motori, per far durare il rogo più a lungo, togliendosi la vita nell’auto di Corazza. L’ipotesi dell’omicidio-suicidio diventa quindi sempre più plausibile.

Il marito della donna estraneo ai fatti

Dopo un lungo interrogatorio, Maurizio Di Natale, marito della vittima, è stato subito giudicato estraneo ai fatti. La testimonianza di alcune persone ha confermato il suo alibi di ferro. Mentre la moglie, madre della loro figlia di 13 anni, moriva accoltellata e carbonizzata, l’uomo non era presente. La figlia stava invece sostenendo gli esami di terza media quella mattina. Come riporta Il Messaggero, Domenico Raco era amico di famiglia da tanti anni, ma gli inquirenti pensano che ci fosse qualcosa di più. Forse una relazione tra i due, o forse un sentimento non corrisposto dalla donna. La pista dell’omicidio-suicidio passionale, su cui gli inquirenti avevano fin da subito posto l’attenzione, si rafforza grazie ai risultati parziali dell’autopsia eseguita dall’istituto di medicina legale del policlinico Tor Vergata. La tragedia rimane, mentre il giallo di Torvaianica si avvia verso una più chiara soluzione.