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USA, 64enne rapisce e violenta la figliastra per 19 anni

Pubblicato: 23/06/2019 18:36

Una giuria della contea di Wagoner, in Oklahoma, ha giudicato il 64enne Henri Piette colpevole di aver rapito e ed aver viaggiato con l’intento di abusare della figliastra. Una corte federale ha messo sotto accusa l’uomo per i crimini commessi ai danni di Rosalynn McGinnis, iniziati nel 1997 quando la bambina aveva 11 anni. Secondo le ricostruzioni, Piette avrebbe avuto con lei 9 figli, più un decimo morto prematuramente dopo un aborto spontaneo e gettato nello scarico del bagno. Tutte queste ragioni hanno portato gli avvocati dell’accusa a chiedere per l’imputato una condanna all’ergastolo per stupro di un minore di 14 anni, abuso di minori e due accuse per un reato specifico previsto dalla legge americana per molestie fisiche sui bambini.

Rapita a 11 anni

La vittima, oggi 34enne, ha deciso di rinunciare all’anonimato per raccontare la sua terribile esperienza: “Non capivo cosa stesse accadendo – ha ricordato in un’intervista alla stazione televisiva americana KSHB L’unica cosa che so è che mia madre non c’era, i miei fratelli non c’erano, nessuno della mia famiglia era presente e io mi ritrovavo da sola con quest’uomo”.

Piette, che aveva sposato la madre di Rosalynn, ha rapito la bambina in un giorno del 1997, portandola via all’interno di un pick-up grigio. Da quel giorno è iniziato un lungo viaggio in varie parti degli USA e in Messico dato che, per non destare sospetti, l’uomo poteva fermarsi solo per poco tempo in ogni località.

Un “regno del terrore” durato fino al 2016

Secondo le indagini, Piette avrebbe “sposato” la bambina e il matrimonio sarebbe stato officiato da un altro figlio di Piette, allora 15enne. Da questa situazione di disagio e violenza sarebbero poi nati 10 bambini, con il primo feto buttato nello scarico del bagno dopo un aborto spontaneo. Il “regno del terrore”, come definito dagli stessi avvocati che hanno analizzato il caso, è durato quasi 20 anni, fino al 2016, quando due coniugi americani residenti in Messico hanno aiutato Rosalynn a scappare come raccontato da The Sun.

La fuga negli USA e il ritorno alla normalità

Lisa e Ian avevano fatto amicizia con la ragazza, ormai 30enne, e si erano insospettiti per la grande differenza di età rispetto a Piette, che in quel momento aveva 62 anni. Dopo averle parlato in privato, i due coniugi hanno deciso di metterla immediatamente in contatto con le autorità americane, comprendendo tutti gli orrori subiti da Rosalynn nel corso della sua vita. L’ambasciata americana in Messico e il Centro nazionale per i bambini scomparsi e sfruttati hanno così provveduto ad organizzare il suo rientro negli USA.

Dopo essere sfuggita al suo carnefice, per Rosalynn è iniziato un lento e difficile percorso di ritorno alla normalità. L’arresto e la condanna di Piette, però, possono lenire solo in parte le ferite: “È un miracolo che io sia qui oggi a parlarne”, ha ammesso con amarezza la ragazza.

Immagine in alto: Wagoner County Sheriff’s Office