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Di Battista in corsa per gli Affari Europei ma Di Maio e Salvini sono contro

Pubblicato: 25/06/2019 16:16

Dopo il trono di spade, il trono degli Affari Europei. Il ministro vacante inizia a rappresentare un serio problema per il governo che necessita di una persona che possegga tutte le caratteristiche adatte a ricoprire una mansione oggi più che mai delicata e fondamentale per il Paese.

Un ruolo che Alessandro Di Battista ricoprirebbe volentieri, come emerge dal retroscena portato in luce da La Stampa ma che Salvini non sarà mai disposto a concedergli.

A.A.A cercasi un un ministro per gli Affari Europei

Sono quasi 5 i mesi trascorsi senza un ministro agli Affari Europei, figura oggi determinante per l’Italia che con l’Europa deve dialogare il più possibile per riuscire a scongiurare la procedura d’infrazione già precedentemente minacciata da Bruxelles. Ruolo ricoperto, sino a 4 mesi fa, da Paolo Savona le cui dimissioni erano state accettate dal Presidente della Repubblica in favore di un primo posto alla Consob. Funzioni, ora delegate, che detiene nelle mani Giuseppe Conte ma che strepitano in cerca di una propria e specifica figura.

Salvini lotta per una poltrona verde

Sebbene Salvini, tra le persone che con più urgenza ha manifestato l’interesse di individuare una persona adatta a ricoprire il ruolo, abbia dichiarato di non avere alcuna intenzione di soffermarsi sul colore del candidato, sembra sia irremovibile su un solo fronte: il no, categorico, ad affidare l’incarico ad Alessandro Di Battista. Ma non è solo Salvini: la guerra diventa infatti senza quartiere, o meglio, diventa una mera guerra civile e interna al Movimento Cinque Stelle.

Di Maio e Di Battista ormai “ex”

Credevamo di cambiare il mondo invece il mondo ha cambiato noi“.

Citazione che i cinefili ricorderanno e che ben descrive l’attuale situazione tra Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio. A far emergere ogni retroscena è Ilario Lombardo, giornalista de La Stampa. La sua indagine tra i corridoi e le strettoie all’interno del M5S porta alla luce infarti un forte dissidio tra i due ex compagni di banco, Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista.

Pare che di fronte alle pressioni di Di Battista, bramoso di un ruolo all’interno del governo che gli permetta un’entrata sicura con la quale mantenere la prole, Luigi Di Maio non abbia alcuna intenzione di cedere. Rancoroso in parte per quelle critiche e quell’aura di miscredenza post europee, Di Maio non ha intenzione di far spazio a Di Battista ricordandogli come, proprio quella poltrona, sia verde e dunque destinata ad una testa cara a Salvini.

Di Battista in cerca di un posto fisso?

La carriera da scrittore non è remunerativa quanto pensava mentre quella politica continua a fargli gola: Di Battista intanto, tirando le somme, si ritrova sempre più confinato nelle piazze, accerchiato da pochi suoi fedelissimi che continua a sperare nella caduta del governo, quel governo che li rappresentava ma che ha peccato di libido lasciandosi tentare da Salvini.

Durissime però, all’indomani dalla débâcle del MoVimento alle Europee, le parole di Luigi Di Maio: “Dov’era lui quando io facevo campagna elettorale? – lo rimproverava Di Maio – A fare il falegname? (ndr. pare infatti che, tra i tanti interessi coltivata da Di Battista, in questi mesi oltre alla scrittura ci sia stato l’artigianato) Scompare, si fa pregare, poi si presenta così, a due giorni dal voto a fare il predicatore“.

Per non parlare del richiamo pubblico: “Destabilizzare il Governo in questo momento in cui il Presidente del Consiglio sta portando avanti una trattativa difficilissima con l’Unione Europa è da incoscienti – chiosava Di Maio, pubblicamente appena qualche giorno fa – E questo lo dico sia al MoVimento che alla Lega“.

La calda questione TAV

E come se non bastasse, ad acuire la situazione ci si mette la Tav le cui dinamiche ritorneranno sul tavolo i primi giorni di luglio. Dalle criticità interne si passa dunque velocemente alle turbolenze di governo: “ Un treno passa sotto la montagna o no. Tertium non datur. A me piacciono i treni che corrono. C’è un progetto in itinere – chiosa Salvini – Spero che la lezione di ieri delle Olimpiadi sia servita“, parola dal sapore amaro rivolte a Laura Castelli, la pentastellata sottosegretaria all’Economia che ha cercato un rimedio tra il Tav e il No-Tav, una Tav palliativa, più leggera e meno invasiva che però sembra non piacere ad alcun fronte.

Ultimo Aggiornamento: 26/06/2019 09:14