Montecitorio ha fatto i calcoli del portafogli: è appena uscito infatti il bilancio di previsione del 2019, con tutti i costi che la Camera dei Deputati ha pagato per i suoi parlamentari. Si tratta di un documento interessante e che dà informazioni preziose su uno dei temi più dibattuti della politica italiana: i costi dei parlamentari.
Adnkronos ha esaminato il lungo documento, per poi trarre alcune interessanti conclusioni.
Parlamentari, costi sotto controllo
Nel complesso, si può dire che i parlamentari nel 2019 siano costati 144 milioni e 885mila euro ai contribuenti. Una spesa che più o meno equivale a quella dell’anno passato e che quindi non indica un aumento dei costi. Si tratta di spese inerenti i trasporti, i soggiorni in trasferta, e ovviamente l’esercizio del “mandato parlamentare”. L’assenza di aumento delle spese relative ai parlamentari sembra essere dovuta anche a misure di contenimento che sono state adottate nel 2011 e poi “costantemente prorogate negli anni successivi”.
Più nello specifico, si può verificare che tra le spese più onerose che vengono affrontate c’è quella per le linee telefoniche (mobile, fissa e connessione internet) che ammontano a 1 milione e 155mila euro.
Anche le assicurazioni costano molto le assicurazioni (infortuni, malattia, ecc) che ammontano a 750mila euro. La spesa assicurativa aveva, negli scorsi anni, scatenato polemiche sulla natura degli infortuni per i quali era previsto il risarcimento assicurativo.
Quanto costa “il ristorante”?
Anche sfamare i parlamentari costa parecchio: oltre 2 milioni di euro di spesa per i servizi di ristorazione interni al Parlamento. Cala invece il costo di lettere e raccomandate (addirittura si registra un calo del 33%): d’altronde, nel 2019 il cartaceo si sta lentamente estinguendo. Stesso destino per la comunicazione istituzionale, che costa 2 milioni e 870mila euro.
Una grande spesa è quella dei “beni, servizi e spese diverse”, che comprendono consulenze tecnico-professionali, spese per procedure di gara, concorsi e “conferenze, manifestazioni e mostre”. Queste spese, tutte insieme, superano i 79 milioni di euro. Molto meno viene speso per una formazione linguistica e informatica dei deputati, nonché per il loro aggiornamento: 4 milioni e 975mila euro, un 1,12% in più dell’anno scorso.