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Junior Cally si difende dalle critiche: “Sono contro ogni forma di violenza”

Pubblicato: 29/02/2020 18:43

Uno dei concorrenti più discussi del Festival di Sanremo è ospite questo pomeriggio a Verissimo. Nello studio di Silvia Toffanin fa il suo ingresso il rapper Junior Cally, finito al centro delle polemiche durante il Festival per alcuni suoi testi del passato, che inneggerebbero alla violenza sulle donne. Il rapper ai microfoni della Toffanin si difende da queste critiche motivando le ragioni che stanno alla base delle sue scelte artistiche.

Junior Cally ospite a Verissimo

È un pezzo in particolare ad essere finito nel mirino di feroci polemiche prima e durante la partecipazione di Junior Cally alla 70° edizione del Festival di Sanremo. Il brano in questione s’intitola Strega e fa parte del repertorio musicale del rapper più discusso del momento. Il giudizio dei detrattori è sempre stato concorde: le parole di quella canzone inneggerebbero alla violenza contro le donne. Ma non è di questo avviso lo stesso Junior Cally, che a Verissimo prova a giustificare quelle frasi: “Io credo che il linguaggio del rap ormai andrebbe capito, perché domina le classifiche quanto i brani pop. Spesso e volentieri ci chiedono di non superare dei limiti, ma chi è che decide qual è il limite da non superare?“.

Tantissimi hanno capito questo linguaggio”

Parlando di Strega, Junior Cally dichiara: “Quella canzone parla di tante altre cose, c’è un chiaro inno alla non-violenza, parla di mio padre e anche di uno spaccato di società che purtroppo esiste. Vero è che esiste anche quel tipo di ragazza che per finire sui social o a cena con un calciatore o una persona dello spettacolo sarebbe disposta a fare qualsiasi cosa. Si possono usare dei temi forti: è il rap. Eminem nel 2001 venne chiamato a a Sanremo per dire cose molto più forti di quelle che ho detto io“. Il rapper ha più volte ammesso di non essersi vergognato per quella canzone: “Io non mi sono vergognato. Moltissimi mi hanno attaccato, però c’è stata anche tantissima gente che ha capito questo linguaggio“.

La musica e la maschera contro i pregiudizi

Il rapper continua senza interruzioni il suo atto di difesa nei confronti della sua carriera e della canzone al centro delle feroci critiche: “Il rap è questo: dice delle cose senza filtri, per questo non mi sono mai scusato del brano che ho fatto. Ho anche detto che mi dispiaceva se qualcuno si era sentito ferito dalle mie parole perché comunque sono un ragazzo normale, di 28 anni, educato. La mia vita è basata sul rispetto reciproco, verso il prossimo. Io sono contro ogni forma di violenza“. Il rapper spiega che la scelta di un linguaggio così crudo è adottato spesso anche dai suoi colleghi per contrastare il pregiudizio: “A me piace parlare del mio percorso, secondo me il linguaggio del rap proviene da una situazione di vita non agiata. Sono cresciuto in un paese dove il pregiudizio la fa da padrone a volte. Quello che dico ai ragazzi che mi seguono è di non smettere mai di credere nei propri sogni. Io ho messo la maschera per anni proprio per fregare il pregiudizio“.

Una difficile adolescenza

Ma alle spalle di Junior Cally si cela un passato burrascoso, costellato di numerosi periodi bui della sua vita. A cominciare da un’adolescenza segnata da numerosi dubbi ed incertezze sul suo difficile stato di salute: “Ho fatto 4 anni avanti e indietro per ospedali per una presunta leucemia. Non passai le visite per diventare calciatore. Ho smesso di giocare e di seguire il calcio. Quando sono arrivato a 20 anni, parlando con mamma, uscì il discorso. A 15 anni non è semplice affrontare una cosa del genere, poi ci siamo resi conto che non era nulla di grave altrimenti sarei morto“.

Ho abusato di alcol per circa 3 anni

Alle spalle di Junior Cally si cela anche un passato segnato dalla dipendenza dall’alcol, come racconta lo stesso rapper: “Ho abusato di alcol per circa 3 anni, tra i 20 e i 23 anni, e vivevo in casa con i miei. Loro non lo sapevano. Non è facile, ma ne esci quando ti rendi conto che stai perdendo i contatti con le persone che ti amano. Mi sono reso conto che stavo buttando via la mia vita e mi sono detto ‘Fermo un attimo. Cosa ci stai facendo in questo paese senza un posto nel mondo?’ Forse è stato più un recuperare del tempo perso, che detto così è sbagliato ma l’importante è riuscire a capire dai propri errori la strada giusta da prendere“.

 

Ultimo Aggiornamento: 29/02/2020 18:47