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Coronavirus, ospizio diventa casa degli orrori: anziani abbandonati

Pubblicato: 20/04/2020 16:15

L’ospizio si trasforma in casa degli orrori: è di queste ore l’agghiacciante storia che riguarda la casa di riposo privata Harren, in Canada.

Stando a quanto ricostruito dalle indagini svolte fino a questo momento, con l’inizio dell’epidemia da Coronavirus il personale infermieristico avrebbe abbandonato gli anziani nella casa di riposo.

Gli anziani abbandonati a loro stessi sono stati ritrovati in condizioni strazianti.

L’inchiesta delle autorità sanitarie Canadesi

Secondo fonti giornalistiche canadesi, in meno di un mese 31 anziani sono stati trovati morti nella casa di riposo Harren di Montreal. Tra questi, sono almeno 5 i casi confermati di coronavirus.

Le autorità sanitarie del Quebec sono state allertate dopo che la maggior parte dello staff sanitario aveva abbandonato la residenza, spaventato dall’epidemia da Coronavirus.

A seguito della defezione da parte dello staff ospedaliero, erano rimaste solo due infermiere per 130 ospiti.

Lo stato di abbandono: morti nel silenzio

Le autorità sanitarie si sono trovate dunque di fronte ad una situazione agghiacciante: gli anziani in stato di abbandono erano disidratati e affamati.

Dalle dichiarazioni dei parenti riportate dai giornali canadesi, emerge che non erano state rispettate le disposizioni per l’isolamento dei casi sospetti di Coronavirus, l’ambiente era sporco, e non vi era alcuna attenzione per le condizioni dei residenti anziani.

Alcuni sono stati ritrovati a terra incapaci di rialzarsi e almeno due erano morti senza che nessuno ne registrasse i decessi.

La storia di Susan: la madre ignorata per giorni

La testimonianza della dottoressa Susan Bartlett riportata sul New York Times, rivela che la situazione era già critica prima dell’emergenza da Coronavirus .

Susan Bartlett, oltre ad essere psicologa clinica e docente di medicina, aveva la madre 94enne, Betty Bartlett, ricoverata all’ospedale Harren fino al 2018, anno in cui è deceduta.

La dottoressa Bartlett ha raccontato al New York Times che dopo essere stata fuori città per 5 giorni, aveva ritrovato la madre all’Harren quasi morente a causa della mancanza di cure.

Non ho potuto proteggere nemmeno mia madre

Susan ha poi continuato, raccontando che le infermiere hanno tentato in tutti i modi di dissuaderla dal chiamare l’ambulanza.

La madre Betty fu portata comunque d’urgenza in ospedale, dove morì poco tempo dopo per un ictus.

La dottoressa Susan Bartlett ha dichiarato di non aver denunciato l’accaduto perché all’epoca era convinta del buon funzionamento del sistema sanitario canadese. Non voleva gridare allo scandalo per un caso isolato.

Inoltre le era stato assicurato dalla struttura Harren che l’infermiera responsabile era stata licenziata.

Susan ha concluso l’intervista affermando: “È profondamente preoccupante per me quanto sia in difficoltà questa parte del nostro sistema sanitario. Non sono stata in grado di proteggere nemmeno mia madre

I precedenti del proprietario della Harren

L’indagine avviata dalle autorità sanitarie ha sollecitato i media a interessarsi della questione, facendo così emergere che il proprietario della casa Harren era già stato in passato condannato per evasione fiscale, frode e traffico di droga.

La vicenda ha così fatto emergere chiaramente le tragiche condizioni in cui versa il sistema sanitario canadese, ed in particolare tutte le problematiche legate agli ospizi.

Il caso canadese non è l’unico

Ma il caso canadese non è isolato: in tutto il mondo l’emergenza coronavirus ha esacerbato le problematiche relative alle case di riposo.

Negli ospizi si è infatti registrata un’altissima percentuale di deceduti per coronavirus.

In Europa, per esempio, vi sono stati altri casi simili: in Spagna i soldati mandati a disinfettare le case di cura hanno trovato persone abbandonate o addirittura decedute nei loro stessi letti.

Italia, Gran Bretagna e Francia hanno ammesso che le loro statistiche hanno trascurato molti decessi avvenuti all’interno delle case di cura e collegati al coronavirus.