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Gualtieri, dl Rilancio: “Il governo deve dare una visione del futuro”

Pubblicato: 10/05/2020 23:45

A Che Tempo Che Fa il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri anticipa alcune misure del decreto Rilancio, che mette sul piatto lo stanziamento di 55 miliardi.

Tra le altre cose il decreto punta a rafforzare il sistema sanitario, con lo stanziamento di 3 miliardi per le Terapia Intensiva. Inoltre si vuole aumentare l’assistenza territoriale, che è stata fondamentale in Veneto, un modello considerato vincente nella lotta al coronavirus.

Gualtieri: “Sul Mes un po’ di equivoci”

Quanto previsto finora dal decreto Rilancio è finanziato con le risorse che il Parlamento ha autorizzato, spiega Gualtieri: “Lo facciamo con le risorse che abbiamo, prendendo a prestito sui mercati internazionali“.

Per quanto riguarda il Mes, Gualtieri coglie l’occasione per diradare i dubbi: “Il Mes prevede condizionalità, è scritto nel trattato, ma nell’accordo che abbiamo negoziato si è deciso che le condizioni è che si usano questi soldi per le spese sanitarie dirette e indirette“.

Quindi le condizionalità non sono più legate a ipotesi di manovre correttive future e monitoraggio della politica di bilancio di un Paese: “Ma la condizione c’è, ed è che i soldi si usino per questo scopo, di prevenzione dal virus. Anche il controllo c’è, ma è limitato al fatto che i soldi si spendano per questo scopo“.

La liquidità alle imprese

Per quanto riguarda la liquidità alle imprese in difficoltà ci sono novità: “Ci saranno dei ristori a fondo perduto per tutte le imprese fino a 5 milioni di fatturato“. L’Agenzia delle Entrate erogherà quindi fino a 62mila euro di ristoro diretto con bonifico sul conto corrente.

Per le PMI che hanno avuto una perdita di fatturato un po’ più grandi, sopra i 5 milioni, abbiamo elaborato un meccanismo di incentivo fiscale, estremamente incisivo, che aiuterà a limitare le perdite. Per dare anche una aiuto maggiore abbiamo deciso di abbonare la rata di saldo acconto dell’Irap che sarà dovuta a giugno“.

L’esortazione alle banche a concedere i prestiti

Per quanto riguarda la sicurezza e la rapidità della liquidità che le banche dovrebbero concedere alle imprese, Gualtieri assicura che “Abbiamo messo il bilancio pubblico a garanzia dei prestiti. Parecchie centinaia di miliardi di bilancio pubblico sono impegnati a garantire la liquidità“.

Il ministro continua spiegando che “Ci sono state lentezze all’inizio, da parte del sistema bancario ma i numeri stanno migliorando. Ci sono situazioni molto diverse: alcune imprese lo hanno molto rapidamente, vanno in banca e in 48 ore ricevono questo prestito. Quindi è possibile con le norme attuali essere rapidi. Invece in altri casi le filiali chiedono documenti aggiuntivi. Sollecitiamo il sistema bancario a dare i prestiti molto rapidamente e per dare un incentivo maggiore stiamo ragionando per ulteriori modifiche“. Con il decreto Cura Italia si è inoltre inserita la moratoria, obbligatoria, che ha portato al congelamento di mutui e prestiti per un milione e 600mila famiglie e imprese.

Cassa integrazione in deroga e reddito di emergenza

Riguardo alla cassa integrazione, il ministro ha definito “frustrante” a Il Messaggero che circa 2 milioni di persone non l’abbiano ancora ricevuta. “Questo è la parte personalmente più dolorosa, perché noi abbiamo finanziato la cassa integrazione ed estesa a tutti“, spiega a Fabio Fazio, “A tutte le imprese, le tipologie. Abbiamo fatto un intervento massiccio per dire che nessuno deve perdere il posto di lavoro, abbiamo imposto il blocco dei licenziamenti e a marzo abbiamo dato i fondi per finanziare tutte le casse integrazione“.

I lavoratori subiscono ritardi sono soprattutto quelli della cassa in deroga, “la cui procedura è regionale“, puntualizza il ministro. “È una competenza delle Regioni, i passaggi si sono rivelati troppo lunghi. Abbiamo chiesto all’Inps e alla ministra del Lavoro di preparare delle norme che saranno nel decreto per accelerare queste procedure“.

Previsto anche un Reddito di Emergenza di 2 mesiper tutte le tipologie di persone non coperte da altri interventi. La nostra visione è che nessuno deve essere lasciato indietro, quindi ci sono questi aiuti erogati in 2 tranche alle famiglie che ne hanno bisogno“.

Una visione per il futuro

La prospettiva in Italia non è comunque rosea. Il PIL subirà una flessione del 9% e le misure emergenziali non basteranno a sostenere l’economia. “Dobbiamo fare in modo che questa graduale riapertura sia prudente perché dobbiamo assolutamente evitare di tornare indietro“, commenta Gualtieri, “Noi dobbiamo essere prudenti, seguire le indicazioni della comunità scientifica“.

La gestione della fase 2 è fondamentale “per consentire all’economia di ripartire“. Sconfiggere il coronavirus è imprescindibile dalla ripresa economica, e in secondo luogo “dobbiamo fare in modo che le imprese reggano questo urto“.

Il piano per le imprese

Il ministro Gualtieri spiega che non si possono lasciare sole le imprese in questo momento: “Lo Stato capisce che non si può lasciare la mano invisibile del mercato e interviene con le sue risorse a sostenere la patrimonializzazione delle imprese, a concorrere ad assorbire le perdite, e a sostenere quindi la fase del rilancio“.

Il metodo indicato è finanziare gli investimenti e snellire le procedure: “Questo decreto ci sarà una parte di assorbimento delle perdite, di sostegno alla ricapitalizzazione delle imprese, anche con un sostegno pubblico, senza partecipazione nella governance“.

Nessuna nazionalizzazione

Gualtieri assicura che non ci saranno nazionalizzazioni, rispondendo al dibattito sulla “sovietizzazione” che ha agitato gli industriali: “Noi non vogliamo entrare nella governance delle piccole e medie imprese, le vogliamo aiutare anche con risorse pubbliche“.

L’idea è però anche quella di dare un indirizzo: “Noi vogliamo andare verso un Paese più digitale, più sostenibile, e questo è il compito anche di un governo. Aiutare le imprese e dare una visione verso il futuro. Vogliamo farlo con misura ma anche con la consapevolezza che questa crisi ci sta insegnando molte cose. Abbiamo bisogno di un Paese che sappia più investire nell’innovazione, nel digitale, nella trasformazione, nella sostenibilità“.

Ultimo Aggiornamento: 11/05/2020 09:34