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Giro di mazzette sugli appalti della Sanità in Sicilia: 10 arresti

Pubblicato: 21/05/2020 08:30

La Guardia di Finanza di Palermo sta lavorando in queste prime ore della giornata per eseguire delle misure cautelari nei confronti di 12 persone dopo aver portato alla luce un giro di corruzione e di appalti pilotati nella sanità della regione Sicilia. Dopo aver ricevuto mandato della Procura della Repubblica di Palermo, la Gdf sta applicando un’ordinanza di applicazione di misure cautelari verso 12 persone che sarebbero indagate a vario titolo per corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio, induzione indebita a dare o promettere utilità, istigazione alla corruzione, rivelazione di segreto di ufficio e turbata libertà degli incanti.

Appalti della Sanità in Sicilia

Le indagini portate avanti dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria delle fiamme gialle palermitane “hanno consentito di ipotizzare l’esistenza di un centro di potere composto da faccendieri, imprenditori e pubblici ufficiali infedeli che avrebbero asservito la funzione pubblica agli interessi privati, in modo da consentire di lucrare indebiti e cospicui vantaggi economici nel settore della sanità pubblica“, spiega la Guardia di Finanza.

Nello specifico sono state analizzate 4 procedure ad evidenza pubblica interessate da condotte di turbativa, aggiudicate a partire dal 2016, il cui valore complessivo sfiora i 600 milioni di euro, aventi ad oggetto la gestione e manutenzione apparecchiature elettromedicali – bandita dall’ ASP 6 del valore di 17.635.000 euro; servizi integrati manutenzione apparecchiature elettromedicali – bandita dalla CUC del valore di 202.400.000 euro; fornitura vettori energetici, conduzione e manutenzione impianti tecnologici – bandita dal ASP 6 del valore di 126.490.000 euro; servizi di pulizia per gli enti del servizio sanitario regionale – bandita dalla CUC del valore di 227.686.423 euro“, riporta AdnKronos.

Le misure cautelari

Tra le 12 persone, 2 sono destinatarie oggi di una misura cautelare in carcere: il primo è Fabio Damiani, 55 anni, Direttore generale dell’Asp 9 di Trapani; e secondo, Salvatore Manganaro, 44 anni, sospettato di essere il faccendiere di riferimento di Damiani.

Agli arresti domiciliari, invece, Antonino Candela, 55 anni, Coordinatore della struttura regionale per l’emergenza Covid-19, molto noto perché in passato era stato Commissario Straordinario e Direttore generale dell’Asp 6 di Palermo. Candela ha vissuto per anni sotto scorta, dopo aver denunciato affari e tangenti proprio nella sanità. In alcune intercettazioni, riportate ora da Tgcom24, Candela diceva: “Io sono il capo condominio della sanità“.

La Guardia di Finanza spiega ancora come funzionavano le cose. Stando alle indagini: “L’imprenditore interessato all’appalto avvicina il faccendiere, noto interfaccia del pubblico ufficiale corrotto, il faccendiere, d’intesa con il pubblico ufficiale, concorda con l’impresa corruttrice le strategie criminali per favorire l’aggiudicazione della gara; la società, ricevute notizie dettagliate e riservate, presenta la propria “offerta guidata”, che sarà poi adeguatamente seguita fino all’ottenimento del risultato illecito ricercato“.

Ultimo Aggiornamento: 21/05/2020 08:51