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Fortuna Loffredo: omicidio e violenze nell’inferno nascosto di Caivano

Pubblicato: 22/06/2020 16:20

Il 24 giugno 2014, il corpo lieve di Fortuna Loffredo, 6 anni, precipita dall’ottavo piano di un edificio del comprensorio residenziale Parco Verde di Caivano, in provincia di Napoli.

La morte di Fortuna viene inghiottita dall’omertà assoluta che si scopre caratterizzare gli abitanti di Parco Verde: nessuno ha visto niente, nessuno sa perché e come Fortuna sia arrivata a cadere da una finestra dell’ottavo piano. Anni dopo, il coraggio di alcuni bambini, amici di Fortuna, ha permesso di condannare per omicidio e violenza sessuale Raimondo Caputo, inquilino di Parco Verde, e di far emergere un atroce giro di abusi su minori che per anni si era sviluppato, indisturbato, tra le mura di quegli appartamenti.

Morta nell’omertà più assoluta

Fortuna Loffredo aveva solo 6 anni quando è morta: il suo corpo è stato trovato sul selciato di Parco Verde, dove ovviamente erano immediatamente arrivati gli inquirenti per capire cosa era successo a quella bambina. A Fortuna -detta Chicca dagli amici- mancava una scarpina, che però nessuno riuscì più a ritrovare. Solo successivamente si scoprì grazie alle intercettazioni che era stata una conoscente del palazzo a trovare la scarpina ed a nasconderla, affinché “le guardie” non tornassero e non s’insospettissero ulteriormente.

Aveva segni di abusi continui nel tempo

Le analisi del medico legale sul corpo della piccola porteranno a fare scoperte atroci: “Chicca” era una vittima di continue violenze sessuali che si protraevano da mesi (forse anni) ed erano continuate fino a pochi giorni prima della sua morte. Inoltre, la bambina era caduta con la schiena rivolta al suolo e questo elemento, insieme a delle lesioni sulle braccia, avevano permesso di capire che era stata buttata.

Le testimonianze dei bambini

La verità sarebbe però venuta fuori solo due anni dopo, e non dagli adulti, bensì dai bambini. Le indagini negli anni avevano portato all’allontanamento di alcuni bambini, amici e conoscenti della stessa Fortuna, dalle famiglie di Parco verde. Questi bambini, protetti nell’ambiente di strutture lontane dal contesto di disagio in cui erano cresciuti, avevano cominciato a parlare, finché la migliore amica di Fortuna, nonché figlia di Marianna Fabbozzi, aveva raccontato di essere stata testimone oculare della morte di Chicca.

Cosa accadde a Fortuna

Le sue parole avevano gelato il sangue agli inquirenti: secondo la sua testimonianza Fortuna era morta perché aveva reagito cercando di difendersi all’ennesima violenza sessuale di Raimondo Caputo, con calci e spinte. Lui, esasperato, a quanto pare l’aveva presa e buttata giù dall’ottavo piano. La Fabbozzi, compagna di Caputo, era presente e non aveva impedito la scena. La piccola testimone aveva raccontato di essere lei stessa stata vittima delle violenze di Raimondo Caputo.

Il processo

A processo, Raimondo Caputo è stato condannato all’ergastolo in via definitiva. La sua compagna, Marianna Fabbozzi è stata condannata a 10 anni e raggiunta dall’imputazione per la morte di un altro bambino: Antonio Giglio, suo figlio, morto precipitato da un palazzo di Parco Verde come la piccola Fortuna, nell’aprile 2013.

Ultimo Aggiornamento: 22/06/2020 16:21