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Morto Carlo Flamigni: le sue battaglie per la libertà, dalla fecondazione assistita all’aborto

Pubblicato: 05/07/2020 18:09

Carlo Flamigni aveva 87 anni. Il medico, dopo una vita consacrata ai diritti, dall’aborto al fine vita, si è spento. Flamigni è stato inoltre uno dei padri fondatori della fecondazione assistita. Il figlio, Carlo Andrea, ha annunciato la morte con un messaggio d’affetto su Facebook: “Ciao papà, speravo che questo momento non arrivasse mai. Il dolore è grande almeno quanto il bene che ti ho voluto. Ma un giorno ci rivedremo prof, ne sono sicuro”. Anche Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia-Romagna, ha ricordato le grandi qualità del medico e le sue battaglie progressiste: “Ci ha lasciati Carlo Flamigni, un grande medico sempre dalla parte delle donne. La sua scomparsa è una perdita per l’Emilia-Romagna e per il Paese”.

Una carriera in difesa dei diritti

Nato il 4 febbraio del 1933, Carlo Flamigni ha avuto una lunga carriera da ginecologo, ma è stato anche scrittore, membro del Comitato nazionale di Bioetica, esperto esterno della Fondazione Veronesi e direttore della clinica ostetrica dell’Università di Bologna. Al centro del suo lavoro e delle sue battaglie, anche politiche, ci son sempre state le donne. Con questo scopo, il dottor Flamigni ha sempre creduto nelle libertà individuali, difendendo apertamente leggi importanti come quella sull’aborto.

Da diversi anni, racconta Repubblica, il medico era tornato a vivere in campagna, nella casa di famiglia di San Varano (Forlì). Ma nonostante la vecchiaia e la pace della vita agreste, il ginecologo ha portato avanti fino all’ultimo le sue convinzioni. Lo scorso ottobre, tramite le colonne del Quotidiano Sanità e poi sul suo sito, Flamigni ha avuto un acceso dibattito con l’ex ministro della Salute Livia Turco sul tema del “fine vita”.

Il dibattito sul fine vita con l’ex ministro

“Il primo problema riguarda il diritto di morire, di rinunciare ad esistere quando proprio non ce la facciamo più, quando il dolore ha sopraffatto ogni nostra capacità di resistere”, scriveva Flamigni in risposta alla lettera dell’ex ministro Turco sul “diritto all’amorevolezza”. 

Il medico poi, nel corso del lungo botta e risposta, arrivava a questa conclusione:Ho molto rispetto per i cattolici e per le loro personali scelte, anche quando coinvolgono cose nelle quali non credo. Chiederei altrettanto rispetto. Capisco che la Chiesa si opponga a una cura moderna della sterilità, all’impiego di farmaci che impediscono la gravidanza indesiderata, all’eutanasia. Ma da non credente vorrei che di fronte ai problemi della sofferenza si cessasse di utilizzare lo spadone a due tagli della “verità religiosa”. Una verità come le altre, certamente non illuminata dalla luce delle certezze se non per i suoi fedeli. Mi piacerebbe confrontarmi con religioni che basano il loro intervento sull’uomo non su questa imperfetta “verità”, ma sulla compassione. Perché la compassione ci vede tutti uguali, tutti fratelli disposti a soffrire con gli altri fratelli”.

“Un maestro scientifico e umano”

La camera mortuaria di Flamigni, uno dei massimi esperti in tutto il mondo sulla fecondazione assistita, sarà allestita all’ospedale di Forlì domani, lunedì 6 luglio. Ha partecipato attivamente al dibattito sulla legge 40 del 2004 che ha introdotto questa tecnica In Italia, prendendo parte anche ai successivi lavori di modifica della norma. Laureato in Medicina e Chirurgia a Bologna nel 1959, Flamigni si era poi specializzato in Ostetricia e Ginecologia. È stato anche insegnante universitario e direttore della Clinica Ostetrica e Ginecologica dell’Università di Bologna dal 1994 al 2001.

Nel corso della carriera ha scritto tantissimo: tra libri, articoli e pubblicazioni scientifiche, oltre mille testi portano la sua firma. Aveva concentrato la sua ricerca su contraccezione maschile, fecondazione assistita e sui temi di bioetica. “Uno degli ultimi veri maestri sia sul piano scientifico che personale ed umano”, ha dichiarato uno dei suoi allievi, Carlo Bulletti, oggi professore alla Yale University.