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Laila El Harim morta sul lavoro a Modena: un indagato nell’inchiesta sul dramma dell’operaia 40enne

Pubblicato: 04/08/2021 21:47

C’è un indagato nell’ambito dell’inchiesta sulla morte di Laila El Harim, operaia 40enne deceduta sul lavoro a Camposanto (Modena). Secondo quanto appena filtrato, si tratterebbe del legale rappresentante dell’azienda operante nel settore packaging che è stata teatro della tragedia, avvenuta nella mattinata del 3 agosto.

Operaia morta sul lavoro a Modena: un indagato per la morte di Laila El Harim

La persona attualmente iscritta nel registro degli indagati dalla Procura di Modena, riporta Ansa, sarebbe il legale rappresentante dell’azienda “Bombonette“, attiva nel settore packaging e teatro del decesso dell’operaia 40enne Laila El Harim.

La donna, madre di una bimba di 4 anni, vi avrebbe preso servizio qualche mese fa e sarebbe stata trascinata e schiacciata da una fustellatrice dell’impianto di produzione, grosso macchinario usato per sagomare i materiali da imballaggio.

L’iscrizione nel registro notizie di reato – il fascicolo risulta aperto con l’ipotesi di omicidio colposo – sarebbe da ritenersi un atto dovuto al fine di consentire tutti gli accertamenti utili a chiarire la dinamica dell’incidente costato la vita alla 40enne.

Laila El Harim: le indagini sulla morte dell’operaia a Modena

Le indagini sulla morte di Laila El Harim sono condotte dai carabinieri del Comando provinciale e dai tecnici dell’Ispettorato del Lavoro. La donna aveva 40 anni, un compagno e una bimba piccola da crescere. Nella fabbrica di Camposanto avrebbe preso servizio pochi mesi prima della tragedia, e gli inquirenti cercano di reperire tutte le risposte necessarie alla ricostruzione della dinamica.

Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, nel momento in cui il macchinario l’avrebbe intrappolata si sarebbe trovata da sola. Nessuno, stando a quanto finora emerso, avrebbe assistito al dramma nei pressi della fustellatrice ora al vaglio delle autorità. Con lei non ci sarebbero state altre persone, nessuno che potesse fermare la macchina che avrebbe finito per ucciderla. Il quotidiano riporta un passaggio di quella che sarebbe la relazione prodotta dall’Ispettorato del Lavoro all’attenzione del ministro Andrea Orlando, secondo cui il macchinario sarebbe stato dotato di un doppio blocco “ma purtroppo azionabile, da parte dell’operatrice, soltanto manualmente e non automaticamente. Ciò ha consentito un’operazione non sicura che ha cagionato la morte per schiacciamento“.