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Fabrizio Nonis e il figlio aggrediti dagli ultrà dopo la partita Hellas Verona-Inter: il drammatico racconto

Pubblicato: 30/08/2021 16:36

Attimi di terrore quelli vissuti da Fabrizio Nonis, giornalista, conduttore e volto noto nel mondo dell’enogastronimia, aggredito insieme al figlio di 22 anni dopo la partita Verona-Inter. Il suo racconto di quanto avvenuto mette i brividi. Gli esami a cui si è sottoposto dopo il triste episodio hanno portato alla luce un danno tutt’altro che lieve: perforazione del timpano dell’orecchio destro.

Fabrizio Nonis aggredito con il figlio dopo una partita: il racconto

In molti si ricorderanno di lui per averlo visto in tv, in trasmissioni come la Prova del Cuoco, per alcuni invece la sua firma è associata a libri e articoli enograstronomici, per altri ancora è un esperto macellaio: stiamo parlando di Fabrizio Nonis, noto anche come il “bechèr”. Il giornalista e conduttore tv è stato recentemente vittima di un episodio davvero spiacevole, mentre si trovava insieme al figlio di 22 anni. I due erano vicino allo stadio Bentegodi (Verona), lo scorso venerdì sera, poco prima delle 23, e stavano raggiungendo l’auto parcheggiata nelle vicinanze dell’impianto sportivo. “Siamo usciti dallo stadio contenti– ha spiegato al Corriere della Sera Nonis- felici di aver visto una bella partita”. “Era da due anni che non andavamo allo stadio. Io tifo Inter” ha aggiunto. “Eravamo riusciti a recuperare due biglietti sotto la tribuna stampa per la prima partita da vedere assieme” ha spiegato.

Usciti dallo stadio, Fabrizio e il figlio avrebbero iniziato a camminare per raggiungere la macchina e come spiegato da lui stesso stavano parlando della precedente trasferta da tifosi al Bentegodi.Non avevamo un bel ricordo della tifoseria gialloblù ha ammesso parlando dei fan dell’Hellas Verona. “Abbiamo visto che c’era all’angolo un bar dove ci saranno state centinaia di persone, tutte ammassate e senza mascherina che discutevano della partita e bevevano” ha aggiunto a un tratto.

Ho immaginato che fosse un luogo di ritrovo degli ultrà dell’Hellas e ho preferito dire a mio figlio Simone di fare un giro più largo” ha quindi riportato. “Premetto che quando andiamo allo stadio non portiamo mai bandiere, sciarpe ed evitiamo abiti che possano richiamare i colori sociali delle squadre in campo ha specificato.

“Eravamo a meno di 300 metri dall’auto, quando ho visto che un gruppetto di sei, sette persone, si è staccato dal pubblico del bar e ha cominciato a seguirci ha quindi ricordato.

Fabrizio Nonis, il drammatico faccia a faccia con gli ultrà: l’aggressione

Percependo di essere inseguito, Fabrizio Nonis avrebbe invitato il figlio ad accelerare il passo. “Non volevo mettermi a correre, anche se avevo una bruttissima sensazione ha ammesso. “A un certo punto hanno cominciato a urlare ‘Ehi, tu, ehi voi. Che ore sono?’– ha ricordato- ci siamo fermati e mio figlio ha risposto: ‘Le undici meno dieci’”. A quel punto, uno dei tifosi dell’Hellas avrebbe domandato infastidito: “Che c***o ci fate qua?”. Nonis ha ammesso di aver pensato che forse sarebbe stato meglio rispondere in dialetto, così da far capire che eravamo veneti anche noi“.

Dopo aver spiegato che lui e il figlio si trovavano in prossimità dello stadio perchè stavano tornando dalla partita, il giornalista avrebbe quindi dovuto rispondere a una nuova domanda: Che squadra tifate?”. “Ho detto che non tifavo per nessuna squadra, ma lui mi ha incalzato e allora ho detto che avevo simpatie per l’Udinese” ha riportato al Corriere. “Non ho fatto in tempo a pronunciare il nome della squadra friulana che mi sono trovato a terra” ha aggiunto. “Quell’uomo mi aveva colpito con un pugno in pieno volto che mi ha fatto perdere l’equilibrio il drammatico ricordo.

Allarmato per quanto appena accaduto, il figlio di Nonis sarebbe quindi intervenuto in difesa del padre, finendo per essere a sua volta vittima del pestaggio. “Gli altri, tutti con t-shirt o polo o cappellini dell’Hellas si erano messi a cerchio per bloccare le vie di fugaha ricordato il conduttore. “Noi, cadendo, eravamo in mezzo a due auto parcheggiate. E lì hanno cominciato uno dopo l’altro a darci calci. Ai fianchi, alle gambe, al volto. Le auto un po’ ci proteggevanoha aggiunto.

“Con le ultime energie che avevo ho urlato: ’Ma che state facendo, siamo veneti anche noi’ per fugare ogni dubbio che appartenessimo alla tifoseria della squadra avversaria– ha infine aggiunto- e giù altri calci”.

Fabrizio Nonis e il figlio vittime di un pestaggio: la disperata fuga

Fabrizio Nonis e il figlio, già molto provati a causa dei colpi ricevuti, sarebbero poi finalmente riusciti a fuggire alla rabbia degli ultrà, correndo verso la loro macchina, ma qui ha avuto luogo una seconda aggressione. Pugni e calci, sberle a mio figlio, a cui hanno schiacciato il volto contro il cofano. Sono stati dieci, quindici minuti di terroreha ammesso. Di colpo poi, l’arrivo di un passante avrebbe fatto arrestare per qualche istante la furia incontrollabile degli aggressori. Padre e figlio avrebbero quindi approfittato della loro distrazione per infilarsi in macchina e correre via dal parcheggio, per chiamare poi il 118.

Gli accertamenti medici hanno portato alla luce la perforazione del timpano dell’orecchio destro per Fabrizio Nonis, oltre a evidenti lesioni. Fortunatamente il figlio non ha riportato gravi ferite. Dimessi dall’osepdale alle 3 del mattino, il giornalista e il figlio avrebbero atteso fino al mattino seguente per formalizzare la denuncia. La polizia ha attivato le indagini per individuare gli aggressori. Volevano picchiare per fare male, hanno lasciato stare chi si allontanava dallo stadio in gruppo e hanno beccato due persone non con corporatura robusta che passavano per strada” ha commentato sicuro.

La nostra fortuna è stata quella di non reagire. E va anche aggiunto che nessuno è intervenuto in nostro soccorso anche solo per chiamare la polizia” ha poi osservato amareggiato.

Fabrizio Nonis e il figlio dopo l’aggressione: solidarietà e dispiacere

A qualche ora dall’aggressione subita e denunciata da Fabrizio Nonis e dal figlio 22enne, l’associazione sportiva Hellas Verona Fc ha espresso grande supporto nei confronti di entrambi. Hellas Verona FC censura con sdegno e fermezza qualsiasi atto di violenza o intimidazione, ovunque e da chiunque esso venga perpetrato” si legge sul profilo Twitter dell’associazione. “Esprimendo massima solidarietà al signor Nonis e al figlio” scrive ancora.

Anche il sindaco di Verona Federico Sboarina si è rivolto la coppia di padre e figlio, contatandoli telefonicamente. “Condanno ogni tipo di violenza, che per nessun motivo è accettabile” le parole del primo cittadino. “Nessuno può permettersi di minare la sicurezza di chi vuole godersi uno spettacolo sportivo, a maggior ragione con atti di violenza gratuita verso due persone tranquille che non avevano fatto alcuna provocazione e tornavano alla loro macchina” ha aggiunto.

Con profondo dispiacere, Nonis ha ammesso che in futuro non vorrà più rischiare di vivere una simile situazione. “Allo stadio di Verona non ci torno più” ha dichiarato amareggiato, nonostante il suo amore per la città. “Non è possibile vivere un’esperienza simile” l’infelice conclusione.