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Patrick Zaki rinviato a giudzio: quando inizierà il processo e cosa gli hanno contestato i giudici

Pubblicato: 13/09/2021 17:53

Patrick Zaki è stato rinviato a giudizio. Lo studente egiziano, iscritto all’università di Bologna, e in carcere dal 7 febbraio 2020 a Mansoura (Egitto), dovrà rispondere del capo di accusa di minaccia alla sicurezza nazionale, incitamento alle proteste illegali, sovversione, diffusione di notizie, propaganda e terrorismo, legate ad alcuni post pubblicati su Facebook.

Da un anno e 7 mesi Patrick Zaki si trova in carcere, era stato arrestato non appena atterrato all’aeroporto del Cairo; era tornato per passare un breve periodo di vacanze con la famiglia.

Patrick Zaki va a processo

Si terrà martedì 14 settembre la prima udienza del processo contro Patrick Zaki. Lo studente 30enne è accusato di aver condiviso uno scritto in difesa della minoranza copta in Egitto. A renderlo noto è stato Riccardo Noury di Amnesty attraverso un tweet: “Come si temeva, dopo un anno e sette mesi di detenzione preventiva, Patrick Zaki va a processo. La prima è prevista domani, 14 settembre. Gli è contestato uno scritto del 2019 in difesa della minoranza copta“.

Il timore di un possibile rinvio a giudizio per Patrick Zaki è stato espresso anche dalla Eipr, l’ong egiziana per cui lavorava Zaki, dop che nella giornata del 9 settembre lo studente è stato interrogato ancora una volta. La ong ha parlato anche di “Accuse inventate” e “Fabbricate“. L’interrogatorio del 9 settembre è stato la prosecuzione di quello del 13 luglio scorso.

Quali sono le accuse rivolte a Patrick Zaki

Secondo la denuncia della Eipr, le accuse rivolte a Patrick Zaki si rifarebbero ai dei post pubblicati su un profilo Facebook (ritenuto falso dai legali dello studente) nel quale sarebbero stati postati contenuti contro il governo, tra i quali spunterebbero “L’incitamento alla protesta” e “Istigazione alla violenza e ai crimini terroristici“. Patrick Zaki rischia una condanna fino a 25 anni di carcere.

Che il processo fosse un’eventualità che si stava concretizzando era diventato quasi palese; in Egitto infatti la custodia cautelare si può prolungare fino ad un massimo di due anni, durante i quali possono essere acquisiti elementi di prova, dopodiché o si rilascia il detenuto o si va a processo (questa è l’opzione che si presenta nella maggior parte dei casi).

Patrick Zaki ha compiuto 30 lo scorso giugno, lo ha fatto in carcere. Nella sua ultima lettera aveva scritto: “Combatterò finché non tornerò a studiare a Bologna”, Patrick aveva poi concluso la lettera aggiungendo “Non sono affatto ottimista sulla mia situazione. Con molto amore, Patrick“.

L’Egitto e i cristiani Copti

In un report datato 2018 del Parlamento Europeo, si legge che i cristiani copti sono una minoranza in Egitto e rappresentano circa il 10% della popolazione egiziana. Una minoranza che è storicamente bersaglio di discriminazione e attacchi degli estremesti islamici in Egitto. La situazione è peggiorata durante e dopo la primavera araba nel 2011, durante la quale si è assistito ad un “Crescente numero di aggressioni mortali nei confronti dei copti. La situazione della minoranza copta è tragica e lo dimostrano i numerosi fatti di cronaca che li vedono bersaglio degli attacchi degli estremisti islamici“.

Una situazione che perdura ancora oggi, come raccontato dal Patriarca copto Sidrak a L’Avvenire, in merito all’ultimo ed ennesimo natale blindato: “È innegabile che gli islamisti abbiano sete di potere. E minano il Paese, partendo dai più deboli: le minoranze religiose. Se viene attaccata una chiesa, l’evento ha un’eco mondiale. E fra gli effetti che l’attuale clima di tensione produce c’è anche la fuga dei cristiani”. Anche Patrick Zaki appartiene alla minoranza copta, dal carcere lo scorso dicembre aveva fatto avere i suoi auguri di buon Natale a tutti coloro che stanno seguendo con apprensione la sua vicenda.