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Un farmaco può sconfiggere il cancro al seno: la novità

Pubblicato: 21/10/2023 13:03

“La terapia adiuvante con abemaciclib, a 5 anni, riduce del 32% il rischio di recidiva nel tumore alla mammella in stadio precoce e migliora la sopravvivenza libera da malattia invasiva del 7,6%. Questi i risultati a 5 anni di un’analisi predefinita dello studio di fase 3 ‘monarchE’, presentati al Congresso 2023 della European Society for Medical Oncology (Esmo).
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Il tumore al seno è il più frequente tra la popolazione

Secondo quanto riporta Saverio Cinieri, presidente Aiom (Associazione italiana di oncologia medica): “Nel 2022, in Italia, sono stati stimati 55.700 nuovi casi di carcinoma della mammella, il più frequente in tutta la popolazione. Circa il 15% dei tumori mammari Hr+/Her2- è a rischio aumentato di sviluppare metastasi. E’ importante che la ricerca metta a disposizione terapie molto efficaci come abemaciclib che appartiene alla classe degli inibitori delle cicline chinasi dipendenti, che agiscono selettivamente bloccando due proteine, Cdk4 e Cdk6, in grado di aumentare la velocità con cui le cellule tumorali della mammella crescono e si dividono”.

Il periodo di 5 anni è un punto di riferimento

Lucia Del Mastro, professoressa ordinaria e direttrice della Clinica di Oncologia medica dell’Irccs Ospedale Policlinico San Martino, Università di Genova ha spiegato: “Il periodo di 5 anni è un punto di riferimento consolidato per gli studi clinici sul tumore al seno in fase adiuvante e rappresenta una pietra miliare importante per i pazienti e i clinici in questo setting con finalità curativa. I dati a 5 anni di monarchE dimostrano chiaramente un effetto che va oltre il completamento dei 2 anni di trattamento con abemaciclib, con le curve della sopravvivenza libera da malattia invasiva e della sopravvivenza libera da recidiva a distanza che continuano a separarsi, confermando la fiducia nel ruolo di abemaciclib in aggiunta alla terapia endocrina nel setting adiuvante per i pazienti ad alto rischio di recidiva”.

Il farmaco aumenta le possibilità di guarigione

Valentina Guarneri, direttrice dell’Oncologia 2 dell’Istituto oncologico veneto Irccs di Padova e professoressa ordinaria di Oncologia medica all’Università di Padova ha sentenziato: “I benefici ottenuti da abemaciclib in aggiunta alla terapia endocrina tendono a protrarsi anche dopo la fine del trattamento, che dura 2 anni. L’effetto è molto evidente sulle recidive locali e su quelle a distanza, che sono responsabili della malattia metastatica: evitarle implica non soltanto allungare la sopravvivenza, ma anche aumentare la probabilità di guarigione. L’evoluzione della patologia da stadio iniziale a metastatico infatti ha ripercussioni negative sulla sopravvivenza e sulla qualità di vita dei pazienti. I dati 5 anni dello studio rappresentano un ulteriore passo avanti per portare a guarigione un maggior numero di persone“.

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