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Ragazze investite e uccise in corso Francia, la madre di Gaia: “Aspettavo le scuse di Genovese da 5 anni”

Pubblicato: 25/05/2024 12:25

Era il 25 dicembre 2019, quando le due amiche Gaia von Freymann e Camilla Romagnoli furono investite e uccise da Pietro Genovese su corso Francia, a Roma. Oggi, 25 maggio, la mamma di Gaia rilascia un’intervista a Repubblica. “L’abbraccio con Pietro Genovese e le scuse che aspettavo da cinque anni”.
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“Pietro Genovese e la mamma, per la prima volta, si sono avvicinati. Prima la mamma, perché lui è molto timido, e mi hanno abbracciata. Non ha pronunciato esattamente la parola scusa, ma ho capito il suo intento. Ovviamente sono una mamma anch’io…”. Gabriella Saracino, mamma di Gaia von Freymann, da cinque anni, porta con sé un dolore indescrivibile. Sua figlia è stata strappata dalla vita a 16 anni, insieme alla sua amica e coetanea, Camilla Romagnoli.

L’incidente di Corso Francia

Pietro Genovese, 20 anni, figlio del famoso resista Paolo, l’8 luglio del 2021 è stato condannato a 5 anni e 4 mesi dalla corte d’Appello di Roma. E ieri, nella città giudiziaria di piazzale Clodio, si è celebrato il processo per una presunta evasione dai domiciliari che sarebbe stata commessa il 16 gennaio del 2021. Su questa accusa il tribunale di Roma si pronuncerà il prossimo 7 giugno. Ma al termine dell’udienza, all’esterno degli austeri palazzi del tribunale, è tuttavia arrivato il gesto di Pietro Genovese e della mamma nei confronti di Gabriella Saracino.

L’intervista a Gabriella Saracino

La mamma di Gaia ha descritto così a Repubblica quello che è successo al Tribunale.
“Quando hanno capito che il mio atteggiamento era accogliente si sono avvicinati, ci siamo abbracciati e abbiamo parlato. Pietro Genovese non ha parlato molto, ha pronunciato soltanto qualche parola. Sua madre invece mi ha detto: ‘non so come faccia’. Poi anche quando è finita l’udienza Pietro mi ha abbracciato”.

“Io ho detto anche alla sua mamma che, a mio avviso, a questo ragazzo servirebbe una pena più severa. Non il carcere, perché in questa situazione non sarebbe educativo, ma mi aspetto che il tribunale di sorveglianza gli dia almeno i servizi sociali”.

Cosa ha pensato quando è tornata a casa?, gli chiedono. “Che ho apprezzato il gesto, perché devo dire che sia Genovese che la sua mamma mi sono sembrati sinceri. Le lacrime, se una persona fingesse, non scorrerebbero. Però…”.

“Ho pensato anche avrebbero potuto farlo cinque anni fa. E gliel’ho detto: ‘sono anni che sia io che la mamma di Camilla aspettiamo queste scuse’. Ci siamo fatti sette udienze con Pietro davanti e lui abbassava sempre lo sguardo. Oggi li ho visti commossi”.

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