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Omicidio Giulia Tramontano, la difesa: “Impagnatiello ha un disturbo narcisistico”

Pubblicato: 28/05/2024 17:55

Alessandro Impagnatiello, il barman che un anno fa ha ucciso la sua fidanzata Giulia Tramontano, al settimo mese di gravidanza, “è certamente portatore di un complesso disturbo” della personalità con tratti “narcisistici, ossessivo-compulsivi e paranoici”. Questi disturbi sono stati individuati come “alla base” dell’omicidio.

Queste conclusioni emergono dalla consulenza tecnica della difesa, depositata agli atti del processo in corso davanti alla Corte d’Assise di Milano. Il 31enne, nell’interrogatorio del 27 maggio, ha ricostruito il delitto ma ha dichiarato di non riconoscersi nelle conclusioni dello psichiatra che ha evidenziato un vizio di mente, sufficiente a consentire una richiesta di perizia.

Un profilo psicologico complesso

Secondo Raniero Rossetti, lo psichiatra nominato dalle avvocatesse Giulia Geradini e Samanta Barbagli, le “vicende socio-lavorative nel corso degli anni hanno amplificato e ‘scoperchiato'” i disturbi di Impagnatiello. Il suo lavoro “di barista in un locale prestigioso e alla moda di Milano ha gonfiato via via” il suo “ego”.

La consulenza tecnica riporta stralci dei due colloqui con il medico, in cui Impagnatiello ripercorre la sua vita, la sua relazione con Giulia e quella parallela con la giovane collega. Durante questi colloqui, ha ricostruito il giorno dell’omicidio in linea con il suo interrogatorio in aula.

Ha spiegato di aver fatto “uno sforzo enorme per tenere tutto sotto controllo”, parlando di “un enorme castello di bugie, una specie di doppia vita”. Ha descritto la sua situazione come “una gestione di due persone che controllavo con false verità”.

Impagnatiello ha aggiunto che quando avrebbe preso “in braccio il bambino” suo e di Giulia, atteso tra luglio e agosto, “questa doppia vita” sarebbe stata “spezzata”. Tuttavia, una volta ‘smascherato’ dalle due donne, “mi sono sentito sconfitto, umiliato per aver perso il controllo che durava da 10 mesi”. Ha affermato che quando ha pugnalato Giulia “ero in tilt” e che quando ha confessato, “la voglia di nascondere tutto era passata, forse era tornata la logica”.

Il crollo del “narciso patologico”

In base alla ricostruzione fatta da Impagnatiello, il consulente ha rilevato un disturbo della personalità che ha portato a fare in modo che Giulia non fosse più “percepita lucidamente dall’imputato come la sua compagna di vita e la madre del figlio che stava per nascere” ma come “la nemica che aveva minato e poi mandato a pezzi la sua quotidianità pompata e gonfiata dall’attività lavorativa ‘immaginifica’, dalla relazione con l’altra e dal godimento narcisistico di essere in grado di gestire le due donne, l’una all’insaputa dell’altra”.

Alla luce di ciò, il 27 maggio dell’anno scorso ha “costituito davvero” per lui il “crollo”: “Il narciso patologico, il manipolatore e l’astuto controllore di due vite femminili” è stato scoperto e “ha dovuto improvvisamente decadere dal suo ruolo”. Il process oora continua con la difesa pronta a far leva sulle conclusioni della consulenza tecnica per cercare di ottenere una riduzione della pena o una riconsiderazione del quadro psichiatrico dell’imputato. Le prossime udienze saranno cruciali per determinare il destino di Impagnatiello e per dare un senso di giustizia ai familiari di Giulia Tramontano.

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Ultimo Aggiornamento: 29/05/2024 07:02