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Desirée Mariottini uccisa a Roma, ridotte tre condanne nell’appello bis

Pubblicato: 29/05/2024 21:25

Nel processo d’appello bis, le condanne per tre imputati coinvolti nella tragica morte di Desirée Mariottini, sedicenne di Cisterna di Latina deceduta il 19 ottobre 2018 in uno stabile abbandonato a San Lorenzo, Roma, sono state ridotte. La Corte d’Assise d’Appello ha abbassato la pena di Mamadou Gara a 22 anni di reclusione, riducendo l’accusa da omicidio volontario a morte come conseguenza di altro reato. Alinno Chima è stato condannato a 26 anni, ridotti dai precedenti 27, e Brian Minthe a 18 anni, scesi da 24, ed è stato assolto dal reato di cessione di sostanze stupefacenti.
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Il secondo processo d’appello era stato ordinato dalla Cassazione, che aveva eliminato alcuni capi di imputazione nell’ottobre precedente. La condanna all’ergastolo per una quarta persona, Yousef Salia, è già definitiva. La sentenza è stata accolta con amarezza dalla madre e dai parenti di Desirée, che hanno preferito non rilasciare dichiarazioni, limitandosi ad affermare attraverso i loro avvocati che attenderanno di leggere le motivazioni delle sentenze, che verranno depositate nelle prossime settimane.

Desirée Mariottini
Desirée Mariottini

Desirée Mariottini uccisa a Roma, tre condanne ridotte nell’appello bis

Secondo le indagini, Desirée morì a causa di un mix letale di sostanze stupefacenti e fu vittima di abusi. Fu trovata senza vita in un immobile abbandonato nel quartiere San Lorenzo. Gli imputati, secondo l’accusa, non fecero nulla per salvare la vita della ragazza. La Cassazione ha affermato che la morte della minore è stata il risultato di una lunga sequenza di eventi criminosi sviluppatisi nell’arco di diverse ore. Questi eventi includevano la somministrazione di sostanze stupefacenti che le causarono un’overdose e la mancata assistenza da parte dei presenti nella “sala del crack” dove fu lasciata agonizzante su un letto senza essere soccorsa.

Desirée Mariottini la 16enne uccisa a Roma
Desirée Mariottini la 16enne uccisa a Roma

I giudici della Cassazione hanno dichiarato che non vi è dubbio che gli imputati fossero a conoscenza della grave condizione psico-fisica della minore prima della sua morte, avendo provocato l’overdose attraverso la somministrazione reiterata di metadone, cocaina ed eroina all’interno dei locali dove erano presenti.

Le parole della mamma di Desirée

«Sono sei anni che seguiamo processi. Certo è che mia figlia non me la ridarà nessuno ma quantomeno speravo in una sentenza più pesante di quella che è stata letta oggi. Il giudice, invece, le ha ridotte». Lo ha detto Barbara Mariottini commentando con Agenzia Nova la sentenza letta a termine del processo d’appello bis. «Speravo – ha aggiunto – che confermassero le condanne di primo grado e il primo appello», quando due dei quattro imputati vennero condannati all’ergastolo e gli altri due a 24 e 27 anni di carcere.

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